Assisi, Merkel e i Reali di Giordania per la Lampada della Pace. Re Abdullah: “Una strada comune per futuro migliore”

ASSISI – Assisi blindata e sotto controllo per la cerimonia della “Lampada della pace” consegnata ai Reali di Giordania, alla presenza del presidente del consiglio Giuseppe Conte, della Cancelliera Merkel, del presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani e del presidente della Dei, Gualtiero Bassetti.

La Merkel donerà al Sacro Convento un frammento del Muro di Berlino. Il dono è stato dipinto dall’artista S.H.E.K, uno dei primi a realizzare i graffiti. “Un artefatto molto raro”, dicono i Frati.

“Un momento storico quello che si appresta a vivere la comunità francescana di Assisi – ha dichiarato il direttore della Sala Stampa del Sacro Convento di Assisi, Padre Enzo Fortunato -. Dalla Basilica di San Francesco partirà il messaggio di pace, dialogo e inclusione, in un periodo storico segnato dalla riedificazione di muri e odio tra civiltà. L’evento a 800 anni esatti dall’incontro tra san Francesco e il Sultano a sottolineare che il dialogo tra fedi e culture debba essere eterno. È questo un anno importante – ha concluso padre Fortunato – per la famiglia francescana e oggi, come allora, è protagonista il Medio Oriente”.

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Intanto la Cerimonia sta iniziando, con gli ospiti che si stanno accomodando. I Reali sono arrivati, accolti da Merkel, Conte e Mauro Gambetti e si sono sistemati nella Basilica superiore.

L’intervento di apertura è stato del Custode del Sacro Convento, Padre Mauro Gambetti. “Grazie Giordania – per quello che fate per l’accoglienza dei profughi”. “Il vero musulmano impara il rispetto per gli altri e per l’ambiente e questo si incontra con quanto operato da Francesco. Grazie per aver cercato fin dal 2007 una parola comune tra noi e voi”. “Grazie anche per la cura dei siti sacri e cristiani”.

Dopo l’introduzione, il saluto della Merkel. “Ispirarci alla pace è una delle cose più urgenti oggi – ha detto la Cancelliera – alla crudeltà della guerra, in Giordania, rispondete con la pace. la Giordania ha 10 milioni di abitanti e avete raccolto profughi palestinesi e 770mila profughi dalla Siria. Noi Europei dobbiamo essere consapevoli di tali dimensioni. Questo ci impone massimo rispetto della Giordania e cii impone di essere pronti a dare una mano”. “Francesco d’Assisi ruppe con un tabù avvicinandosi agli emarginati – ha detto – oggi dobbiamo porci una domanda: perché esseri umani impongono sofferenza ad altri esseri umani?”. Quindi lo scambio della Lampada della Pace e il discorso del re di Giordania che ha iniziato con un minuto di silenzio per le vittime dell’ultimo attacco in Moschea.

“E’ con spirito di umiltà che ricevo la lampada della pace – ha detto – grazie tutti coloro che hanno reso possibile questo incontro. Grazie all’Ordine dei Frati che prestano il loro servizio. L’Italia è un grande amico della Giordania e un alleato degli sforzi di pace. Ringraziamento speciale anche per Bassetti, nel dialogo interreligioso. Insieme, le nostre due religioni sono più della metà del pianeta ed è fondamentale convivere. La lampada di San Francesco è importante e ci guida. Abbiamo il dovere di tenere viva la sua fiamma, perché ciò che favorisce la pace globale è il rispetto reciproco e la comprensione. Importante riceverla da una persona che era fatto tanto per il mutuo intendimento. Tutti nel mondo abbiamo le stesse preoccupazioni e le stesse speranze. Per un futuro migliore dobbiamo intraprendere una strada comune”.

“Rifiutiamo ogni tentativo di distorsione alla nostra religione. La convivenza è radicata in Giordania, che è patria di una antica comunità cristiana. I cristiani sono in Medio Oriente da millenni e restano una componente fondamentale”.

“Gerusalemme deve rimanere la città della pace, simbolo di unione tra le fedi. Oggi in tutto il mondo milioni di musulmani si riuniscono per la preghiera del venerdì. Oggi, come ogni giorno, noi preghiamo e invochiamo la pace. Vi chiedo di essere uniti e di alimentare insieme il faro della pace per diffondere speranza in questo mondo che ne ha bisogno”.

Cerimonia conclusa con l’Ave Maria cantata da Andre Bocelli.