Il Pd riparte dai sindaci: “Torniamo tra la gente e riconquistiamo la nostra anima”

PERUGIA – C’è anche Wladimiro Boccali, ci sono i tre sindacati, c’è Walter Verini, c’è Cesare Damiano, c’è Leonardo Grimani e c’è anche Valeria Cardinali. E consiglieri comunali sparsi del territorio. C’è la consigliera provinciale Erika Borghesi. Non mancano gli alleati, come Silvano Rometti. Il Pd, dopo la batosta elettorale, riparte dal Cva di Sant’Andrea d’Agliano, dalla riunione organizzata dai sindaci per tracciare una linea di quanto accaduto fino ad ora e ricostruire una casa comune.

Ad aprire i lavori il sindaco di Gualdo Tadino, Massimiliano Presciutti, che ha specificato che la riunione non è la nascita di un “partito dei sindaci” ma un “atto di generosità” per la casa comune. Francesco De Rebotti legge il suo intervento e annuncia che questa non è una corrente. “Tornare ad utilizzare il termine sinistra che ci riporti dove non siamo stati negli ultimi anni. Quella è l’essenza su cui ricostruire il nostro partito – dice De Rebotti -che esistiamo a fare se abbandoniamo questo campo. Se non ribadiamo principi di uguaglianza e giustizia sociale? Se non riusciamo a superare questo punto saremo parte del problema”. E De Rebotti ha proseguito dicendo che il Pd deve andare all’opposizione. E quindi fase nuova, classe dirigente coesa, le parole d’ordine. E poi “no all’assenza del protagonismo ma alla moltiplicazione del protagonismo” per un “cambio di passo: non possiamo aspettare un anno per un esame alla sanità”.

IMG_0815Apre Bruno Palazzetti, responsabile enti locali Pd di Perugia: “Auspicabile il protagonismo dei sindaci. “Siamo stati puniti dall’arroganza che Moro e Berlinguer non avevano”. Quindi l’invito al recupero della sobrietà.
“Dall’evento non si torna indietro – ha detto Sbarra a nome dei sindacati- e ora con i sindaci, che sanno come stanno le cose, si muovono. In regione sta aumentando la povertà. Noi siamo preoccupati perché sembravano tre anni di campagna elettorale. L’appello dei sindaci è giusto. Noi la tabella di marcia l’abbiamo anche presentata: l’Umbria ha un modello economico sbagliato, o si promuove un cambiamento per promuovere la connessione sentimentale che è il lavoro che da dignità”. Per Sbarra la vera innovazione va portata nell’assessorato allo Sviluppo economico, per creare ricchezza da ridistribuire. “La gente si aspetta qualcosa anche dai politici come segnali sugli stipendi dei politici, sugli incarichi”.

Dopo l’accalorato appello di Mecucci, palcoscenico a Fabrizio Bracco che ha sottolineato come “la sinistra abbia perso anima arrivando ad un risultato che si trova al 1924. La nostra è una sconfitta storica. La gente ha superato il fiume che divide la sinistra dal resto perché ha ritenuto che la sinistra non serve più. Se iniziamo a litigare, siamo come i giapponesi che litigano ma la guerra è finita”. “E’ stato un errore la legge elettorale, è stato un errore prendere a pesci in faccia il mondo del lavoro, è stato un errore affrontare in quel modo la riforma costituzionale. Di fronte a noi c’è una traversata nel deserto”.

“Troppi convegni sulla bellezza – ha detto Verini – servono convegni sulla bruttezza, sul disagio. Siamo percepiti come un sistema di potere che viene percepito come un elemento di freno. Dovremmo bergoglizzare il Partito democratico. Se sulle rovine di Mosul si vuole continuare a litigare, si faccia a casa propria. C’è bisogno di tutti, serve un tagliando di governo. Non rimpasto. Chi guida il partito non deve pensare alle candidature, ma riportare gente che si è allontanata. Non litigare per spartirsi le rovine di una casa che sta bruciando”.

“Sono qui davanti al mio popolo – ha detto Boccali – un giro nel contesto in cui ci troviamo sprovincializzerebbe il dibattito. Dobbiamo riacquisire capacità di discussione. Non è che non c’è più il popolo di sinistra, è che non la risposta giusta che abbiamo dato. Serve smetterla con il dilettantismo allo sbaraglio”. Ma Boccali vede anche il bicchiere mezzo pieno: “a Perugia crescono le forze più di destra, c’è una prateria per le forze di centrosinistra. Il tema è ridistribuire le competenze e non fare i maestri ammazzando le forze politiche facendo fuori le forze politiche”.

Per Alfio Todini la crisi della sinistra è perché ha accettato di giocare su un terreno che non è il suo. “non dobbiamo prendere in giro chi chiede il reddito di cittadinanza ma saper dare loro risposte. Bisogna anche chiuderla con un partito che assicura carriere sulla base della fedeltà al capo di turno”.

“Assenze importanti questa mattina – ha detto Valeria Cardinali -per capire cosa fare. Quando si vince perde uno e quando perde, perdono tutti è un giochino che non funziona. Non siamo tutti responsabili alla stessa maniera della sconfitta. La reazione a questo evento straordinario non può esserordinario. Abbiamo perso una occasione per riflettere sulla sconfitta dopo il referendum. Anche in Umbria, non si può dire che siamo il terzo risultato in Italia. Non è normale neanche rompere la coalizione che è rimasta. Ci sono temi nazionali e specificità regionali. Le istituzioni non possono gestire il partito. Stoppiamo le tifoserie”.

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