Terni Valley prova a scuotere la sinistra

Critiche per tutti nell’assemblea. Forte del supporto del consigliere comunale Gentiletti, l’associazione cerca di darsi e dare una scossa

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Una parte della sinistra cittadina, con una sua rappresentanza nelle istituzioni locali – che di questi tempi non è poco -, profondamente critica con la maggioranza che amministra Terni ma pure con le opposizioni: Pd in testa. Il tentativo è quello di ricompattarsi dopo alcuni cambiamenti, di riportare il discorso politico fuori dalle ‘sparate’ elettorali e di qualificarsi, in questa fase, come punto di riferimento di un’area disorientata, praticamente dispersa dopo le batoste elettorali di politiche e amministrative.

«Dì qualcosa di sinistra»

A rilanciare il tentativo è l’associazione Terni Valley che, uscita politicamente allo scoperto alle ultime ‘comunali’ con la candidatura dell’ex presidente Alessandro Gentiletti (oggi consigliere comunale di ‘Senso Civico’), chiede alla sinistra ternana di rimettersi in marcia. Per andare dove, si vedrà col tempo.

‘Botte’ per tutti

Sabato mattina alla Feltrinelli, ad aprire l’incontro intitolato proprio ‘Dì qualcosa di sinistra’ – facendo il verso alla celebre esortazione di Nanni Moretti a Massimo D’Alema – è stato il nuovo presidente di Terni Valley, Michele Martini: «Ci impressiona questo silenzio tombale della sinistra a Terni – ha detto -. Capiamo il risultato elettorale, ma è ora di ripartire. Perchè questa amministrazione a trazione leghista è senza progettualità e vittima di scontri di potere, come nel caso della revoca dei fondi per il ‘Piano periferie’. Non ci sembra poi che il M5s, che a livello nazionale e locale vive all’ombra della Lega, oggi stia meglio». Del Pd «che con le sue oligarchie ha tenuto per anni in ostaggio la città e non ha ancora compreso la lezione», ne ha parlato Gentiletti. «Noi – è il pensiero di Terni Valley – vogliamo lavorare per una nuova classe dirigente progressista e di sinistra».

Tre gruppi di lavoro

Su cosa punta allora Terni Valley? Si parte da tre gruppi di lavoro («sono aperti a chiunque voglia dare il proprio contributo») che, con Gentiletti trait d’union con le commissioni consiliari, richiamano – ‘governo ombra’ è troppo ma rende l’idea – l’attività istituzionale di palazzo Spada. Il primo (urbanistica/mobilità) è coordinato da Matteo Romanelli («Non vogliamo una Terni ‘normale’, ma una città che sappia immaginarsi fra 20, 30 40 anni»), il secondo (welfare/formazione/cultura) guidato da Jacopo Borghetti («con la scadenza di tutta una serie di appalti, specie sul turismo e la cultura – ha detto – diversi posti di lavoro sono a rischio a Terni») e il terzo (sviluppo economico) da Valerio Guidarelli. In platea, amici, attivisti e curiosi: dagli ‘alleati’ di LeU, Esedomani, Socialisti in Movimento, a spettatori più e meno interessati come l’ex presidente del consiglio comunale Giorgio Finocchio, Mattia Nannurelli (Pd), Cristiano Costanzi (Fillea Cgil) e Folco Napolini.

Terni Valley oggi

Dopo la riorganizzazione che ha portato Martini al vertice, l’associazione conta oggi su due vice presidenti, Cristiana Petrignani e Alexander Borrelli. Borghetti è il segretario e Guidarelli tesoriere.

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