Sono trascorsi undici anni da quando, ad Alghero, l'allora ministro dello Sviluppo economico, Pier Luigi Bersani, firmò, con il collega algerino, l'accordo per portare il gas naturale in Sardegna. Gli autografi arrivarono in calce a una cartella con su scritto Galsi, Gasdotto Algeria-Italia.

Nel 2012 la Sardegna - questo fu l'annuncio trionfale il 14 novembre 2007 - potrà finalmente tagliare la sua bolletta energetica grazie al metano. Testimoni di quello storico accordo, all'hotel Carlos V con vista su Capo Caccia, Romano Prodi e Massimo D'Alema, presidente del Consiglio e ministro degli Esteri.

A rappresentare i nostri interessi il governatore Renato Soru che, si affrettò a polemizzare Mauro Pili in un controvertice , "era stato sempre contrario a Galsi". Soru smentì, Pili rilanciò parlando di "incontro bluff", anche perché, sostenne, Galsi era nato sei anni prima grazie all'incontro, a Villa Devoto, con Chakib Khelil, già presidente dell'Opec e ministro algerino dell'Energia. A Milano, nel gennaio 2003, la compagnia petrolifera nordafricana Sonatrach e l'italiana Edison diedero vita a Galsi, con la Regione, decise Pili, rappresentata nell'assetto azionario da Progemisa e Sfirs. Un passato remoto. La realizzazione del tubone , tra il deserto algerino e le coste sarde, naufragò.

Una vergogna di Stato (anche a leggere i nomi dei protagonisti) mascherata dietro le degenerazioni della Primavera Araba. Di fatto, il vero nemico di quel progetto era Eni riuscito, cammin facendo, a salire sul carro di Galsi, con la costruzione del gasdotto affidata a Snam. Non se ne fece nulla. Ma la sete di metano resta.

E oggi, con la legislatura agli sgoccioli, il presidente della Regione fissa nuove, ottimistiche scadenze. Legate alle risorse del Patto per la Sardegna firmato a fine luglio 2016, a Sassari, da Matteo Renzi e Francesco Pigliaru. Niente condotte sotto il Mediterraneo. Il gas naturale, liquefatto, arriverà sì, via mare, ma a bordo di navi metaniere. Attraccheranno - si dice - a Cagliari, Santa Giusta e Porto Torres. Da lì, rigassificato, il metano viaggerà verso case e industrie attraverso una grande rete, proposta (sì, è rimasta in campo) da Snam. Quando? Parlare di due anni fa sorridere.

Soprattutto per i tempi della burocrazia o, se preferite, del dialogo. IsGas, che ha progettato il rigassificatore cagliaritano a Giorgino, aspetta da un anno anche solo una risposta. Tutti (o quasi) d'accordo nel sostenere che il metano sia una risorsa strategica. Con una sintonia ancora più solida nel ribadire che lo Stato debba colmare il nostro gap energetico.

Di fatto è in casa, nel dialogo tra istituzioni che, spesso, ci complichiamo la vita. Ecco perché, pensando anche a Prodi, Bersani e D'Alema, sarebbe meglio evitare la politica degli annunci. Certo, a Sassari si può scrivere in un comunicato stampa che entro il 2018 nella sanità sarda saranno assunte 1.200 persone. A Roma ci possono raccontare che gli operai dell'ex Alcoa avranno in omaggio il 5% delle azioni, senza che ancora ci abbiano detto come pagheranno i loro stipendi. Nessuno però poi si sorprenda quando i cittadini presentano il conto.
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