Follia neonazista in Sassonia: chieste le dimissioni del ministro dell'Interno
Al grido de "il popolo siamo noi" circa 800 manifestanti dell'estrema destra tedesca hanno tenuto in ostaggio per alcune ore la cittadina sassone di Chemnitz, tra lanci di sassi e bottiglie e aggressioni a stranieri e passanti. Una risposta, a quanto dichiarano i promotori della manifestazione, alla morte di un trentacinquenne tedesco durante una lite con un siriano e un iracheno, fermati con l'accusa di omicidio.
All'indomani di quella che i media nazionali hanno definito una vera e propria guerriglia o "caccia allo straniero" restano una ventina di feriti e lo sgomento dell'opinione pubblica tedesca, anche se non mancano voci a sostegno degli estremisti di destra, come quella del deputato di Alternative für Deutschland, Markus Frohnmaier, autore di un Tweet provocatorio: "Se lo Stato non può più proteggere i suoi cittadini, i cittadini vanno in strada a proteggere se stessi".
Un'esplosione di violenza e xenofobia non nuova per l'area, a cui segue immediata la condanna del governatore della Sassonia, il cristiano-democratico Michael Kretschmer, che bolla come "schifoso" quanto accaduto a Chemnitz, in linea con il portavoce di Angela Merkel Steffen Seibert che in una nota ufficiale esprime la posizione del Governo: "In Germania non c'è posto per la giustizia fai da te, per i gruppi che vanno in strada a spargere odio, per l'intolleranza e l'estremismo".
Intanto, però, gli episodi di xenofobia e le aggressioni a stranieri si moltiplicano in tutto il Paese e i media nazionali denunciano l'impreparazione delle forze dell'ordine. E se il ministro dell'Interno sassone Roland Woeller (Cdu) ammette l'escalation del problema e il danno d'immagine provocato da questi episodi, con tanto di saluti nazisti davanti alle telecamere, il silenzio del suo omologo federale Horst Seehofer (Csu) ha spinto i Verdi a chiederne le dimissioni.
(Unioneonline/b.m.)