Continua a essere infuocata la polemica all'indomani della mozione anti-aborto approvata dal Consiglio comunale di Verona.

I consiglieri comunali Pd chiedono con vigore le dimissioni di Carla Padovani, la capogruppo dem che ha votato il provvedimento.

"La posizione di adesione alla mozione espressa dalla capogruppo è inaccettabile perché tale mozione mistifica principi e risultati della Legge 194, che ha svolto e svolge un ruolo fondamentale nell'emancipazione non solo della donna ma della società italiana intera - si legge nella nota - tenta in modo strumentale di colpevolizzare la figura della donna riconducendo la dolorosa scelta dell'aborto all'origine del processo di calo demografico del Paese; attacca gratuitamente la credibilità di presidi di salute fondamentali come i consultori e ospedali; bolla come 'uccisioni nascoste' lo scarto di embrioni in uso nelle tecniche di procreazione medicalmente assistita; strumentalizza la funzione di un consiglio comunale chiamato ad amministrare le risorse pubbliche e non a fare propaganda".

Per tutti questi motivi, spiegano i consiglieri, "crediamo che la consigliera Padovani non sia più compatibile con il ruolo di capogruppo di una forza che vuole essere d'alternativa e sconfiggere i beceri populismi, pertanto ne chiediamo formalmente le dimissioni".

La Lega invece continua a difendere la decisione del consiglio comunale: "Dopo aver letto la delibera posso dire che non capisco davvero perché indignarsi se il comune scaligero, nel pieno rispetto della legge decide di aiutare le donne in difficoltà a proseguire la gravidanza", ha detto il senatore leghista Simone Pillon.

"A norma di legge dovrebbero farlo tutti i comuni. Sbaglio? Nell'art. 1 della 194/1978 lo Stato garantisce il diritto alla procreazione cosciente e responsabile, riconosce il valore sociale della maternità e tutela la vita umana dal suo inizio. L'interruzione volontaria della gravidanza, di cui alla presente legge, non è mezzo per il controllo delle nascite", continua il senatore ribadendo che "lo Stato, le regioni e gli enti locali, nell'ambito delle proprie funzioni e competenze, promuovono e sviluppano i servizi socio-sanitari, nonché altre iniziative necessarie per evitare che l'aborto sia usato ai fini della limitazione delle nascite".

Per Alberto Zelger, consigliere comunale della Lega Nord a Verona: "L'aborto non è un diritto, è un abominevole delitto. Il mio esempio è la Russia di Putin, dove gli aborti sono scesi da quattro milioni l'anno a due con sussidi alla maternità. Fosse per me - ha detto a 'La Zanzara', Radio 24 - la legge sull'aborto, la 194, non dovrebbe esistere. Sono contrario all'aborto, del tutto in linea con la posizione del ministro Fontana. Significa uccidere un bambino nella pancia della mamma".

(Unioneonline/D)

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