"Ieri abbiamo fatto le verifiche, si tratta solo di un problema di contabilità del Ministero dello Sviluppo (Mise) e quello dell'Economia (Mef). Gli ultimi bonifici li stiamo facendo in questi giorni non per correre ai ripari, ma perché stanno scadendo le ultime rendicontazioni: non sono ancora stati accreditati ma risultano sul sito Internet".

Insomma: "Abbiamo restituito 23 milioni di euro, che siano 23,1 o 23,2 è un problema di contabilizzazione, e abbiamo dimostrato che se c'è qualcuno che fa il furbo noi lo mettiamo fuori".

Così Luigi Di Maio getta acqua sul fuoco della vicenda della restituzione dei rimborsi del Movimento 5 Stelle, una questione che agita da giorni la campagna elettorale del candidato premier.

Ribadisce la linea dura contro chi ha sbagliato Di Maio, a partire Andrea Cecconi e Carlo Martelli. E promette che saranno fatte "verifiche fino all'ultimo centesimo".

L'ammanco secondo il Mise è di circa 220mila euro, ma secondo il fuoriuscito del Movimento Mario Nuti, potrebbe essere ben maggiore.

E mentre un servizio previsto stasera alla trasmissione Le Iene - che già ha inguaiato Cecconi e Martelli - è stato cancellato per via della par condicio, spiega il Corriere che almeno una trentina di parlamentari hanno versato le restituzioni solo negli ultimi giorni, dopo lo scandalo sollevato dal programma di Italia Uno.

E tra questi 30 ci sarebbe anche lui, Luigi Di Maio.

(Unioneonline/L)
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