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CRONACA | 20 gennaio 2018, 12:00

I valdostani spendono una fortuna in droga, prostituzione e contrabbando

I valdostani spendono una fortuna in droga, prostituzione e contrabbando

Ammonta a oltre 41 milioni di euro all'anno, praticamente 322 euro a testa, la spesa dei valdostani in attività illegali, in particolare consumo e spaccio di sostanze stupefacenti, prostituzione e contrabbando di sigarette.

Il dato è dedotto dalla minuziosa ricerca condotta dall'Ufficio studi della Cgia di Mestre, secondo cui la spesa complessiva degli italiani per attività illecite equivale a una manovra finanziaria dello Stato: 19 miliardi di euro. In particolar modo per l'uso di sostanze stupefacenti (14,3 miliardi in Italia, 30 milioni in Valle), per i servizi di prostituzione (4 miliardi in Italia, 8 milioni e 670mila euro in Valle) e per il contrabbando di sigarette (600 milioni di euro di cui 1.300 mila nella nostra regione).

Un'economia, quella ascrivibile alle attività illegali, che evidentemente non conosce crisi: l'ultimo dato disponibile (2015) segnala che il valore aggiunto di queste attività fuorilegge (17,1 miliardi di euro) è aumentato in Italia negli ultimi quattro anni di oltre quattro punti percentuali. Per la Valle c'è però un dato positivo: con il Molise è l'unica regione italiana dove nel 2016 è calata di oltre il 10% l'attività di riciclaggio rispetto all'anno precedente.

Secondo il coordinatore dell'Ufficio studi degli Artigiani di Mestre Paolo Zabeo "è deplorevole che gli italiani spendano per beni e servizi illegali più di un punto di pil all'anno. L'ingente giro d'affari che questa economia produce, costringe tutta la comunità a farsi carico di un costo sociale altrettanto elevato". Dal settembre del 2014 il valore aggiunto prodotto dalle attività illecite è stato addirittura inserito nel calcolo del pil in molti paesi europei, tra cui l'Italia. Tra le attività illegali l'Istat include solo le transazioni illecite in cui c'è un accordo volontario tra le parti, come il traffico di droga, la prostituzione e il contrabbando di sigarette ma non, ad esempio, i proventi da furti, rapine, estorsioni, usura.

L'elevata dimensione economica generata dalle attività controllate dalle organizzazioni criminali trova una conferma indiretta anche dal numero di segnalazioni pervenute in questi ultimi anni all'Unità di informazione finanziaria (Uif) della Banca d'Italia. Sono le operazioni sospette denunciate a Bankitalia da parte di intermediari finanziari (per circa l'80% banche e uffici postali, ma anche liberi professionisti, società finanziarie o assicurazioni). La Cgia segnala che una volta ricevuti questi 'avvisi', la Uif effettua degli approfondimenti sulle operazioni ritenute più a rischio e le trasmette, arricchite da una accurata analisi finanziaria, al Nucleo Speciale di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza e alla Direzione Investigativa Antimafia.

Solo nel caso le segnalazioni siano ritenute infondate, la Uif le archivia. Tra il 2009 e il 2016, le segnalazioni sono aumentate di quasi il 380%. Se nel 2009 erano poco più di 21 mila, nel 2016 hanno raggiunto la quota record di 101.065. La tipologia più segnalata è stata quella del riciclaggio di denaro che per l'anno 2016 ha inciso per il 78,5% del totale delle segnalazioni. Sempre secondo la Uif, nel 2016 la totalità delle operazioni sospette ammontava a 88 miliardi di euro, a fronte dei 97 miliardi di euro circa registrati nel 2015.

A livello regionale la Lombardia (253,5), la Liguria (185,3) e la Campania (167) sono le realtà che nel 2016 hanno fatto pervenire il più elevato numero di segnalazioni (ogni 100 mila abitanti).

p.g.

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