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FEDE E RELIGIONI | 20 dicembre 2018, 09:30

PAPA: Le sorprese del Natale

PAPA: Le sorprese del Natale

Un Natale «ricco delle sorprese di Gesù»: è questo l’augurio che Papa Francesco ha rivolto ai fedeli presenti all’udienza generale di mercoledì mattina, 19 dicembre — l’ultima dell’anno — svoltasi nell’aula Paolo VI.Ricordando che il «primo Natale della storia fu pieno di sorprese», il Pontefice ha rievocato le vicende di Maria e di Giuseppe, entrambi chiamati ad affrontare «cambi di vita inaspettati» con la nascita di Gesù.

Proprio guardando a quell’avvenimento di duemila anni fa, Francesco ha affermato che anche oggi «vivere il Natale» vuol dire «aprire il cuore ed essere disposti alle sorprese, cioè a un cambio di vita inaspettato». E «la sorpresa più grande», secondo il Papa, è che «l’Altissimo» si trasforma in «un piccolo bimbo», la «Parola divina» diventa «un infante».

Così Natale, ha sottolineato, «è celebrare l’inedito di Dio, o meglio, è celebrare un Dio inedito, che ribalta le nostre logiche e le nostre attese». «Fare Natale», allora, «è accogliere in terra le sorprese del cielo». La nascita di Gesù, infatti, «inaugura un’epoca nuova, dove la vita non si programma, ma si dona; dove non si vive più per sé, in base ai propri gusti, ma per Dio; e con Dio, perché da Natale Dio è il Dio-con-noi, che vive con noi, che cammina con noi». In questa prospettiva, «vivere il Natale è lasciarsi scuotere dalla sua sorprendente novità».

Del resto, ha rimarcato il Pontefice, il Signore che si fa bambino «non offre rassicuranti tepori da caminetto ma il brivido divino che scuote la storia». Natale, dunque, «è la rivincita dell’umiltà sull’arroganza, della semplicità sull’abbondanza, del silenzio sul baccano, della preghiera sul “mio tempo”, di Dio sul mio io».

Il Papa ha suggerito, in particolare, la riscoperta del silenzio come spazio in cui è possibile percepire la voce di Dio. E ha invitato i fedeli a sostare «in silenzio davanti al presepe» per gustare «la sorpresa» del Natale. Che non deve rimanere «solo una bella festa tradizionale, dove al centro ci siamo noi» e non il Signore: «per favore — ha chiesto Francesco — non mondanizziamo il Natale» e «non mettiamo da parte il Festeggiato». Non sarà infatti una festa autentica «se cercheremo i bagliori luccicanti del mondo, se ci riempiremo di regali, pranzi e cene ma non aiuteremo almeno un povero, che assomiglia a Dio, perché a Natale Dio è venuto povero».

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