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FEDE E RELIGIONI | 26 gennaio 2019, 09:30

PAPA: Artigiani della cultura dell’incontro

PAPA: Artigiani della cultura dell’incontro

Potrebbe essere annoverata tra i “venerdì della misericordia”, la terza giornata del viaggio del Papa a Panamá. Il 25 gennaio Francesco visita infatti in mattinata un centro di reclusione minorile, celebrando la liturgia penitenziale con i giovani detenuti.

A Pacora, comune di cinquantamila abitanti situato nella zona orientale dell’area metropolitana, amministra il sacramento in uno dei trenta confessionali costruiti dagli stessi ospiti del riformatorio modello, che offre percorsi di risocializzazione attraverso la formazione professionale.

L’iniziativa del Pontefice richiama lo “speciale” venerdì della misericordia vissuto lontano da Roma nella precedente Gmg in Polonia del 2016, quando pregò in silenzio ad Auschwitz-Birkenau, visitò i bambini malati all’ospedale pediatrico di Cracovia e celebrò la Via crucis con i giovani iracheni e quanti vivevano particolari situazioni di disagio.

E anche oggi, nel pomeriggio panamense, Papa Bergoglio partecipa alla Via crucis nel campo di Santa María La Antigua, con protagoniste le nuove generazioni di una regione, quella centramericana tristemente segnata da violenza, corruzione, esclusione sociale e grandi diseguaglianze che costringono a emigrare. Gli stessi problemi denunciati dal Papa durante gli incontri della prima giornata del viaggio, conclusa con l’abbraccio dei tantissimi giovani radunati nel pomeriggio di giovedì 24 per la cerimonia di accoglienza e di apertura della Gmg.

A loro Francesco ha chiesto di essere «maestri e artigiani della cultura dell’incontro», esortandoli a «camminare insieme con le nostre differenze ma con amore, tutti uniti nello stesso cammino».Anche ai vescovi, salutati in precedenza nella chiesa di San Francesco d’Assisi, il Pontefice ha ricordato la necessità di costruire «ponti tra comunità ecclesiali, parrocchiali, diocesane», con un richiamo particolare al dovere di offrire «ospitalità fraterna e accogliente» ai migranti «in modo che le comunità di origine e quelle di arrivo dialoghino e contribuiscano a superare paure e diffidenze e rafforzino i legami che le migrazioni, nell’immaginario collettivo, minacciano di spezzare».

Un impegno al quale può contribuire una politica onesta e giusta, come aveva raccomandato alle autorità del Paese nel primo incontro della giornata.

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