/ FEDE E RELIGIONI

FEDE E RELIGIONI | 19 aprile 2019, 09:30

PAPA: Unti per ungere

PAPA: Unti per ungere

«Siamo stati unti per ungere». Lo ha ricordato Papa Francesco ai quasi duemila sacerdoti che hanno concelebrato con lui la messa del Crisma nella mattina del Giovedì santo, 18 aprile, nella basilica Vaticana.L’omelia del Pontefice ha preso spunto dall’episodio evangelico di Luca (4, 16-21), nel quale Gesù fa sua la profezia di Isaia nella sinagoga di Nazareth leggendola in mezzo alla gente.

«Il Signore — ha commentato Francesco — non ha mai perso questo contatto diretto con la gente, ha sempre mantenuto la grazia della vicinanza, con il popolo nel suo insieme e con ciascuna persona in mezzo a quelle moltitudini». Proprio in questo modo «nell’animo della gente si risveglia il desiderio di seguire Gesù, germoglia l’ammirazione, prende forma il discernimento».

Nel suo racconto l’evangelista indica i «quattro grandi gruppi» che sono destinatari preferenziali dell’unzione del Signore: «i poveri, i prigionieri di guerra, i ciechi, gli oppressi». E «come l’unzione con l’olio si applica su una parte e la sua azione benefica si espande in tutto il corpo — ha fatto presente il Papa — così il Signore, riprendendo la profezia di Isaia, nomina diverse “folle” alle quali lo Spirito lo invia, seguendo la dinamica di quella che possiamo chiamare una “preferenzialità inclusiva”: la grazia e il carisma che si dona a una persona o a un gruppo in particolare ridonda, come ogni azione dello Spirito, a beneficio di tutti».

In questa unzione, dunque, c’è «il rimedio per tutti i traumi che lasciano persone, famiglie e popoli interi fuori gioco, come esclusi e superflui, ai bordi della storia». E c’è anche quell’azione culturale che può liberare le città dalle «nuove schiavitù» della «colonizzazione ideologica».«Non dobbiamo dimenticare — ha ribadito il Pontefice — che i nostri modelli evangelici sono questa “gente”, questa folla con questi volti concreti».

E «noi sacerdoti — ha sottolineato ancora — ungiamo distribuendo noi stessi, distribuendo la nostra vocazione e il nostro cuore. Mentre ungiamo siamo nuovamente unti dalla fede e dall’affetto del nostro popolo. Ungiamo sporcandoci le mani toccando le ferite, i peccati, le angustie della gente; ungiamo profumandoci le mani toccando la loro fede, le loro speranze, la loro fedeltà e la generosità senza riserve del loro donarsi».

Ti potrebbero interessare anche:

Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore