L'opera del professor Colangelo, docente del Pantini-Pudente, emblema del Premio San Nicola Greco

il 19 maggio la consegna ven 18 maggio 2018
Cultura e Società di La Redazione
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L'opera di Giuseppe Colangelo ©Giuseppe Colangelo
L'opera di Giuseppe Colangelo ©Giuseppe Colangelo

GUARDIAGRELE. Si terrà sabato 19 maggio la cerimonia di consegna del Premio San Nicola Greco 2018 al Professor Alberto Melloni, ordinario di Storia del Cristianesimo all'Università di Modena-Reggio Emilia, titolare della cattedra UNESCO sul pluralismo religioso e la pace dell'Università di Bologna, direttore delle Fondazione per le scienze religiose Giovanni XXIII di Bologna.

"L’opera dello scultore Giuseppe Colangelo dal titolo “Abbraccio” è, da quest’anno, l’emblema del Premio San Nicola Greco. Si tratta di una realizzazione simbolica in pietra della Maiella che vuole riassumere le ragioni profonde del Premio San Nicola Greco per la pace e il dialogo interculturale e interreligioso. Si tratta di un’opera artigianale, frutto del genio umano che ha saputo plasmare, con pazienza, forza e tenacia, la pietra della nostra montagna. Ed allora il primo messaggio è quello di una pace e di un dialogo che, come ha più volte richiamato Papa Francesco, sono un’opera artigianale e richiedono il coraggio di una pazienza operosa, la capacità di calibrare ogni passo in vista dell’obiettivo, la saggezza di muoversi nel delicato rispetto delle fragilità. La pietra della Maiella è, infatti, estremamente delicata e va trattata con quella cura e quella dolcezza che sono i pilastri portanti di una cultura del dialogo e della pace.

Questa pietra è stata scelta anzitutto perché e nella Maiella, perché è la nostra pietra e ciò sta a dire che dialogo e pace vanno sempre calati nel contesto delle nostre opere e dei nostri giorni, in quella ferialità quotidiana, fatta di incontri, relazioni, impegni, successi e sconfitte, che costituisce il luogo in cui siamo chiamati a mettere la nostra tessera al grande mosaico della storia del mondo. L’opera vuole rappresentare un incontro di due rigidità che pian piano si ammorbidiscono, l’una influenzata dalla conquistata duttilità dell’altra. Non si può costruire la pace se non si impara ad abbandonare le proprie rigidità, che spesso nascondono paure e ferite e che rischiano di nascondere il volto, fragile ma autentico, della nostra umanità. I due elementi non sono perfettamente allineati e questo sta a dire che la pace è sempre dinamica, che la relazione è sempre in movimento.

E, allora, si tratta ad un tempo di accelerare e di saper attendere nella convinzione che ciò che conta è il camminare insieme. I due elementi sono poi avvolti da un drappo mosso dal vento. E’ il segno di una relazione che viaggia nel vento del tempo, di una pace e di un dialogo che sanno cogliere le sfide della storia e che non hanno paura di ripensarsi e rimodularsi cogliendo i segni dei tempi, fuggendo l’atteggiamento di quelli che Giovanni XXIII chiamava “profeti di sventura”. Il drappo rappresenta anche il pensiero, tratto di comune umanità, capacità di discernere volando alto, possibilità di leggere le piccole e grandi vicende della storia personale e dei popoli da una prospettiva ampia per non diventare asfittici, prigionieri di meschinità e piccole beghe che rendono buia la vita. Volando alto, volando insieme, non rinunciando a quella speranza che ci fa umani, possiamo costruire la pace. Il drappo del pensiero genera ali di colomba a ricordarci che quell’abbraccio tra umano e divino grazie al quale “misericordia e verità s’incontreranno, giustizia e pace si baceranno. La verità germoglierà dalla terra e la giustizia si affaccerà dal cielo” (Sal. 85).

Interpretazione dell'opera a cura del professor Antonio Altorio.

Alla cerimonia parteciperanno il sindaco di Guardiagrele avv. Simone Del Pozzo, don Nicola Del Bianco parroco di Santa Maria Maggiore e il professor Antonio Altorio, Presidente della "Fondazione San Nicola Greco". L'evento si terrà alle 10.30 presso il Chiostro del Palazzo Comunale.


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