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"Vaccini sì, obblighi no": il libro veronese che fa litigare Salvini e il medico Roberto Burioni

Sul tema vaccini e relativa obbligatorietà introdotta dalla recente "legge Lorenzin", si è scatenata la polemica tra Matteo Salvini e il medico Roberto Burioni

Sul tema vaccini è scontro aperto tra il leader leghista Matteo Salvini e il medico Roberto Burioni, da tempo impegnato in una campagna d'informazione costante sul tema e spesso attaccato dagli antivaccinisti. Salvini proprio ieri aveva annunciato la volontà di «cancellare le norme Lorenzin» sull'obbligatorietà dei vaccini, aggiungendo un laconico «vaccini sì, obbligo no».

Una posizione già nota e ribadita dal segretario della Lega citando il titolo di un libro via Twitter, nonché pubblicandone l'immagine di copertina, testo scritto dal professore veronese Paolo Bellavite che fino all'anno accademico 2016/2017 è stato professore Associato di Patologia Generale presso l'Università di Verona ed ora risulta essere "cultore della materia". Quest'ultimo sulla propria pagina Facebook ha poi condiviso il post di Salvini accompagnandolo dal commento: «Scusate, e io non dovrei condividere con voi tale soddisfazione?».

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Per tutta risposta il Dr. Burioni ha scritto dal suo account una piccata replica a Salvini: «Non sono tutti uguali. C'è chi difende la scienza che ci salva la vita e c'è chi propaganda bislacche teorie di un pensionato che insegna in Burundi. Con la salute non si scherza, lasciatela fuori dalla campagna elettorale, o lasciateli fuori dal parlamento». 

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Salvini a causa delle sue dichiarazioni era già finito nel mirino delle critiche della stessa Beatrice Lorenzin, Ministro della Salute: «L'Italia va vaccinata dagli incompetenti. - aveva dichiarato l'On. Lorenzin commentando le parole del leader leghista - La posizione di Salvini e di altri massimi esponenti della Lega che oggi dichiarano come primo provvedimento di voler abolire l'obbligatorietà vaccinale, è uguale a quella del Movimento 5 stelle. La Lega gioca per qualche voto in più sulla salute degli italiani, sulla salute dei nostri figli».

L'efficacia del decreto Lorenzin

In supporto del ministro era intervenuto proprio il medico Roberto Burioni, sostenendo l'efficacia del provvedimento recentemente approvato dal Governo che reintroduceva l'obbligatorietà vaccinale: «Abbiamo appena seppellito un padre di 41 anni morto di morbillo, una malattia che in Italia esiste ancora a causa delle basse coperture vaccinali. Abbiamo da poco una legge votata a larga maggioranza che pare stia funzionando in modo eccellente, che potrebbe risolvere questo problema e che altri paesi (come la Francia) hanno preso ad esempio».

In un suo precedente intervento, Burioni aveva ricordato come «la legge che obbliga i genitori a vaccinare i figli sembra funzionare, e pure bene. Dai dati preliminari provenienti da cinque Regioni risulta che il 29,8% dei bambini nati tra il 2011 e il 2015 che non erano stati precedentemente vaccinati, sono stati vaccinati dal momento in cui la legge è stata approvata. Da giugno a ottobre 2017 la copertura vaccinale per morbillo, parotite e rosolia è salita del 2,9%. Il Veneto, - aveva infine aggiunto Burioni - che nel 2007 aveva sospeso l'obbligatorietà impegnandosi in campagne di convincimento e informazione, in dieci anni aveva visto calare la copertura per l'esavalente del 5,2% contro una media italiana di -3,2%. Insomma, con il Decreto Lorenzin abbiamo fatto un bel gol alle malattie. Siamo in vantaggio e speriamo di vincere la partita».  

Salvini rincara la dose, controreplica di Burioni

Salvini in un'intervista al Corriere della Sera era poi ritornato sul tema "vaccini" spiegando che lui «i vaccini ai figli li ha fatti fare, ma è contrario all'obbligo», aggiungendo inoltre che «la Lega Nord ha anche proposto che lo stato si faccia carico di esami pre vaccinali» e che l'Italia «è un Paese sotto esperimento, l'unico con dieci vaccini obbligatori».

Parole che hanno infiammato il medico Burioni, il quale non ha mancato di replicare molto duramente: «Il leader di un grande partito, come è Matteo Salvini, ha il dovere tassativo di informarsi prima di parlare. Chi ricopre un ruolo così rilevante deve essere in grado di distinguere le fonti attendibili dal ciarpame antiscientifico. Dispiace quindi leggere - ha spiegato Burioni - che Salvini "propone che lo Stato si faccia carico di esami prevaccinali", quegli esami che da un lato sono un tormentone degli antivaccinisti per sfuggire ai loro doveri sociali, dall'altro semplicemente non esistono, come potrebbe confermare a Salvini qualunque infettivologo o pediatra di qualunque reparto ospedaliero o universitario».

«Dispiace anche leggere che il nostro Paese "è sotto esperimento", - ha poi aggiunto Burioni - perché i vaccini sono gli stessi in tutto il mondo e in tutto il mondo vengono fatti con lo stesso programma e in tutto il mondo dimostrano la loro efficacia e la loro sicurezza. La differenza è che nella maggior parte dei paesi del mondo non c'è bisogno dell'obbligo perché i cittadini si vaccinano e vaccinano i figli spontaneamente, senza bisogno di nessuna coercizione. Da noi - purtroppo - non è così».

Infine un'ultima stilettata il medico Burioni la riserva proprio all'autore del libro consigliato da Salvini, quel "Vaccini sì, obblighi no" scritto dal veronese Paolo Bellavite: «Non è possibile che un leader politico proponga come "assolutamente scientifico" il libro di un omeopata in pensione dopo una tenue carriera accademica che ora insegna nel Burundi, neppure iscritto all'ordine dei medici, e che in una sua pubblicazione afferma "che l’autismo possa essere causato anche dalle vaccinazioni ripetute (seppure raramente, come si è detto) è scientificamente plausibile". No, caro Salvini, - ha quindi concluso Burioni - l'autismo non è causato dalle vaccinazioni e chi afferma queste cose è tutto meno che scientifico, ed è un suo dovere distinguere le fonti affidabili dal ciarpame e dalla superstizione». Il diretto interessato Paolo Bellavite, dal suo profilo Facebook, facendo evidentemente riferimento alle parole di Burioni senza citarlo direttamente, ha scritto: «Per screditarmi vanno dicendo che sono un omeopata. Purtroppo non è vero. Avrei sognato di diventarlo ma c’era troppo da studiare e ho dovuto dedicarmi ad altro». 

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