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Attualità | 03 febbraio 2018, 15:39

Teresio Olivelli è Beato, oltre 3.000 persone alla cerimonia al palasport di Vigevano

Il Card. Amato: “Perseguitato perché cristiano, succede ancora oggi in oltre 50 Paesi”. Mons. Gervasoni: “I giovani sono i suoi eredi, li invito a non chiudersi in loro stessi”

Teresio Olivelli è Beato, oltre 3.000 persone alla cerimonia al palasport di Vigevano

Da oggi Teresio Olivelli è ufficialmente Beato. Oltre 3.000 persone hanno assistito alla cerimonia che si è tenuta al Palasport di Vigevano. Presenti decine e decine di delegazioni di alpini provenienti da ogni parte d’Italia e rappresentanti di associazioni di vario tipo, sia di ispirazione cattolica che laiche. Fedeli sono giunti anche dalla diocesi di Bamberg, in Germania, dove si trovava il campo di concentramento di Hersbruck in cui l’alpino Olivelli morì dopo aver fornito opera di carità ai suoi compagni di prigionia.

Nella sua omelia il cardinale Angelo Amato, dopo aver ripercorso le tappe del martirio di Olivelli, si è soffermato sulle persecuzioni che ancora oggi vengono perpetrate nei confronti dei cristiani e sull’esempio che il nuovo beato offre a chi si trova a subire condizioni di odio e oppressione: “Di fronte alla prospettiva di morte del lager – ha detto il card. Amato - il nostro beato non si abbatté, anzi reagì energicamente, aiutando i più deboli a non avvilirsi, ma a resistere con coraggio”. In un altro passo il prefetto della congregazione per le cause dei santi ha affermato che “la violenza può uccidere una persona, ma non può uccidere una causa. Il carnefice ha ucciso Teresio, ma non il Vangelo”.

Il cardinale Amato ha inoltre ricordato alcuni numeri sulle persecuzioni dei cristiani ai nostri giorni: attualmente nel mondo ci sono 215 milioni di cristiani che soffrono persecuzione e morte. Secondo il recente rapporto 2018 della onlus “Porte aperte – Open doors” sono più di 50 i paesi che perseguitano i cristiani. Il più violento è il Pakistan. Nell’ultimo anno 3.066 cristiani sono stati uccisi a causa della loro fede.

È stato invece rivolto ai giovani il discorso conclusivo del vescovo di Vigevano mons. Maurizio Gervasoni, chiamandoli all’attivismo sociale sull’esempio di Olivelli, “che fu inserito nell’oratorio di Mortara, nell’Azione Cattolica e nella Fuci, nell’ambito militare, in quello dell’università e della cultura, con una passione per la vita sociale e politica del suo tempo”. Mons. Gervasoni ha quindi invitato i giovani a non chiudersi in se stessi, citando Papa Francesco nell’espressione “non siate giovani-divano”, e mettendola in relazione con una frase di Olivelli: “non devi credere che una vita veramente cristiana sia un viaggio in vagone letto”.

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