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#duelibripercapire: sharp power, il nuovo potere che taglia le democrazie

Mentre cresce l'influenza dei sistemi autoritari, si impone una nuova conformazione del potere: è lo sharp power, capace di "tagliare" le democrazie a colpi di troll e fake news. Due libri ci aiutano a capire: "L'era dello sharp power" di Paolo Messa e "Contro la vostra realtà" di Angela Nagle

di Marco Dotti

Sharp power e shitstorm. Ecco due concetti con cui familiarizzare. Il boccone è amaro, ma non di meno è necessario poiché quotidianamente ci troviamo a fare i conti con i loro risvolti pratici.

Due libri, agili ed efficaci, tentano un’archeologia del presente e ci aiutano a capire come siamo arrivati fino a qui. E dove rischiamo di finire.

Il primo, L’era dello sharp power. La guerra (cyber) al potere (Università Bocconi Editore, euro 16,50), è di Paolo Messa, direttore del Centro Studi Americani, fondatore della rivista Formiche.

Il secondo, edito da LUISS University Press, è un volume che ha fatto molto discutere oltre Altlantico. Lo firma Angela Nagle, tra le intellettuali più attive, soprattutto dalle pagine della rivista Jacobin, della nuova sinistra americana: Contro la vostra realtà. Come l’estremismo del web è diventato mainstream (traduzione di Francesco Maria Pirocchi e Daniele Rosa).

#1 L'era dello sharp power

Nello spazio globale, sempre più segnato da velocità dell’informazione, accelerazione delle reazioni e interconnessione dei problemi, il potere è diventato, letteralmente, “tagliente” (sharp).

La forza di attrazione e seduzione degli Stati democratici, il considdetto soft power, che ha dominato a lungo le relazioni internazionali, non è venuto meno. Semplicemente non è più il cuore delle relazioni diplomatiche e di intelligence.

In un loro articolo (“The Meaning of Sharp Power. How Authoritarian States Project Influence”) pubblicato nel novembre 2017 su Foreign Affairs, Christopher Walker e Jessica Ludwig osservano che gli sforzi per affermare nel mondo un’influenza autoritaria sono “taglienti” nel senso che «penetrano o perforano l'ambiente politico e dell'informazione» nei Paesi e tra il pubblico scelti come obiettivo.

Ed è qui che entra in gioco lo sharp power, ovvero il potere di influenza delle autocrazie in contesti democratici, analizzato da Paolo Messa.

Accade così che nella nuova e spietata competizione in corso le tecniche di sharp power dei regimi autocratici riescano a infilarsi come una lama nel burro del fragile (fragile in quanto procedurale) contesto informativo dei regimi democratici.

Per questa ragione, la lotta per l’egemonia nella leadership globale si gioca sempre più a colpi di fake news, manipolazione e controllo. Volevamo esportare democrazia, abbiamo importato autoritarismo. Le sharp power techniques dovrebbero, infatti, essere viste come la punta di una lama che non necessariamente cerca di «conquistare i cuori e sedurre le menti dell’avversario», ma punta a manipolare un pubblico in un contesto ostile, distorcendo le informazioni che lo raggiungono, e conquistandolo così alla causa. Narrazioni contro-fattuali, “verità alternative” e storytelling malevoli ma efficaci sono le armi di questo potere che crea inconsapevoli "agenti doppi".

Ciò che conta, oggi, non è dunque la "pesantezza" del mezzo o l'autorevolezza accademica degli intellettuali che prendono parte a un dibattito. Ciò che conta è la capacità di dettare l'agenda a un Paese. Un piccolo blog o una testata online apparentemente autonoma possono determinare le priorità di un governo, spostando equilibri politici, economici e sociali.

Se la penna è la spada

L’infosfera è divenuta a tutti gli effetti un campo di battaglia e la comunicazione conta quasi esclusivamente nella sia dimensione pragmatico-operativa. La capacità performativa di creare effetti di realtà ha surclassato la realtà. Lo sharp power permette così di intaccare il tessuto vitale di una società alimentando e amplificando le divisioni esistenti nel corpo sociale.

Spiega bene Paolo Messa come il rischio, per gli osservatori, sia duplice: da un lato sottovalutare, magari declinando il tema solo in termini di fobia centrata su Russia, Cina o Iran, dall’altro sopravvalutare, ritendendo la minaccia «un artificio, magari di una forma di interferenza di matrice statunitense».

Lo sharp power agisce tra le pieghe di questa doppia “non valutazione”: approfittando del contesto tendenzialmente aperto delle democrazia, sfrutta l’inevitabile lasso di tempo che, in quel contesto, passa dal danno provocato alla coscienza del danno subito.

#2 Contro la vostra realtà

Nelle democrazie compiute, il passaggio dal credersi spettatori allo scoprirsi vittime richiede un certo grado di elaborazione critica. Proprio questa elaborazione critica è messa in scacco da quella “tempesta di escrementi” – shitstorm, l’ha chiamata il filosofo coreano Byung-Chul Han– che sembra diventata la forma generale della comunicazione nell’infosfera.

Di questo particolare aspetto, delle nuove forme politiche assunte dal disgusto e dal rancore, tratta Angela Nagle, nel suo Kill all normies, tradotto in italiano con un titolo radicalmente diverso, Contro la vostra realtà.

Weev, al secolo Andrew Alan Escher Auernheimer, un hacker e troll partito dal movimento Occupy e finito nel buco nero della destra alternativa, ha espresso il suo punto di vista su un web che, nel prossimo futuro, potrebbe essere tutto pornografia gratuita e notizie (false) a pagamento.

«Trolling is basically Internet eugenics», il trolling è essenzialmente l’eugenetica di internet, spiega Weev. Scatenare una tempesta di odio, rabbia e rancore (shitstorm), da parte delle sottoculture politiche che affollano l’internet, contro i “normies”, ovvero i “profani” e la loro illusione di una netiquette e un controllo democratico della rete, è la parola chiave.

La guerra per l'anima

I blogger, prosegue Weev, «sono feccia e bisogna distruggerli. Il blogging è l’illusione della partecipazione di un mucchio di ritardati… Tutta questa gente deve essere mandata ai forni… siamo diretti a una crisi malthusiana, i livelli di plancton negli oceani sono sempre più bassi, le api stanno morendo, le tortilla riots agitano il Messico mentre il grano raggiunge il prezzo più alto degli ultimi 30 anni… la domanda a cui dobbiamo rispondere è: come facciamo a uccidere quattro dei sei miliardi di persone viventi al mondo nel modo più rapido possibile?».

LEGGI, SEMPRE SUL LIBRO DI ANGELA NAGLE, ANCHE GENDER FLUID: QUANDO L'AMORE GENERA ODIO

I media si muovono oramai in uno pseudo-ambiente globale. Ed è in questo pseudo-ambiente che si forma, non solo si deforma, il sentimento pubblico. Il problema, semmai, è che questo sentimento è stato a tal punto egemonizzato dalle sottoculture del web che si può oramai parlare di un estremismo diventato mainstream.

C’è, infatti, una sub-cultura che ha invaso il senso comune e si è imposta come "cultura", anche tra i tecnofili della Silicon Valley e nei campus universitari, dove oramai essere alternativi di destra – così come, fino a qualche anno fa, lo era esserlo di sinistra – è alla moda. Ma siamo solo all’inizio. Per questa ragione è bene non sottostimare i pericoli che provengono dalle tecniche “sharp” oggi a disposizione di tutti. Anche sul fronte interno.

Dopo aver egemonizzato lo pseudo-ambiente della rete, haters e troll si apprestano infatti a colonizzare la realtà.

Il loro potere diventa giorno dopo giorno sempre più tagliente e diffuso. Ridurre al silenzio l’altro, oramai, è diventato sinonimo di seppellirlo sotto una «tempesta di m…». Ma la minaccia, anche fisica, come documenta Nagle, per ogni semplice critico di questo nuovo sistema in fieri non va per nulla sottovalutata. Tanto meno va incasellata in categorie di comodo.

Questioni aperte

Una questione si impone su tutte: e se il fronte interno e il fronte esterno di questo doppio attacco alle democrazia si saldassero definifivamente, che cosa accadrebbe? La risposta non è semplice, ma la domanda vale di per sé come avvertimento agli scettici: è proprio quando sembra che guardino unicamente al passato, che le controrivoluzioni si trovano un passo avanti a noi. Serve molta intelligenza, ma altrettanta umiltà, per capire e, di conseguenza, affrontare il pericolo a cui siamo esposti. Questi libri ci aiutano a farlo.


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