ANNO 14 n° 118
L'abusivo di Valle Faul: ''Non sono un parcheggiatore, ma devo vivere''
Dalla perdita del lavoro a quelle 5 euro trovate per strada, S.R. si racconta
02/11/2018 - 01:50

VITERBO – (MDL) ''Non sono un parcheggiatore abusivo'' e per chiarirlo a tutti lo ha stampato proprio in questi giorni nel giubbino arancione con il quale si trova tutti i giorni nel posteggio di Valle Faul. S.R., 62 anni, è una figura molto controversa: amata e invisa allo stesso tempo. Non ci sta a passare per il ‘’molestatore’’ degli automobilisti quando – come lui stesso tiene a precisare – chiede solo un aiuto per sopravvivere. Dopo l’articolo di Viterbonews 24, esce allo scoperto e racconta la sua storia. Una storia fatta di cadute e risalite. Oggi è un uomo caratterialmente più forte rispetto al passato, con più acciacchi dal punto di vista fisico e sicuramente più bisognoso sul fronte economico.

''Nel 2007 – dice – ho perso il lavoro. Fino a quel momento effettuavo le letture dei contatori. Da lì in poi non sono riuscito più a ritrovare un’occupazione. L’unico lavoro che ho trovato era come pecoraro a 400 euro al mese verso Tuscania ma, troppo pochi per l’impegno che mi veniva chiesto (badare al gregge e a due persone straniere che lavoravano in quell’azienda)''.

''Abitavo – prosegue S.R – in un monolocale a Valle Faul. Non riuscivo a pagare l’affitto. In breve mi sono ritrovato per strada. Un amico, a questo punto, mi ha suggerito il parcheggio dietro casa. Quel giorno mi sono avviato lì e ho trovato in strada 5 euro. Ho pensato: ‘’Perfetto, questo posto è mio’’. Da quel giorno mi sono messo qui a chiedere un aiuto ai viterbesi e ai turisti. In cambio svolgo un servizio d’utilità anche per la città perché dò indicazioni ai turisti sulle bellezze della città e della Tuscia. Chi mi vuole lasciare qualcosa lo fa. Io chiedo solo un aiuto, un ''mezzo caffè'' come mi hanno ribattezzato alcuni assidui frequentatori del parcheggio''.

Ma per numerose persone che provano simpatia per lui c’è anche qualcuno con cui ha avuto qualche diverbio. ''Se mi trattano male, io mi difendo verbalmente – dice il 62enne – non sono un prepotente ma se, come l’altro giorno, quando un sacerdote mi ha risposto male, mi aggrediscono, io rispondo per le rime. Al prete avevo chiesto solo un atto di carità''.

''La vita nel parcheggio – prosegue S.R. – non è la mia aspirazione ma mi occorre qualcosa per vivere. Sono stato tra i primi a percepire il reddito d'inclusione ma quelle 180 euro non bastano a vivere. Così vado a Valle Faul tutte le mattine dalle 7 alle 9, raccolgo mediamente 15 euro e me ne vado''.

S.R. è consapevole del fatto che sulla sua ''figura'' potrebbe esserci diffidenza. ''Un'automobilista – prosegue – mi ha detto che aveva paura che gli avrei rigato l’auto e quindi mi ha dato i soldi. Io queste cose non le faccio, non l’ho mai fatto. I suoi soldi non li ho voluti''.

S.R. vorrebbe solo un lavoro dignitoso che gli consentisse di togliersi dalla strada.






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