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«Troppi edifici abbandonati. Senza ripristino, il Comune ne prenda possesso»

Rifondazione Comunista "dona" una delibera per permettere all'amministrazione comunale massese di intervenire contro il degrado

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Rifondazione Comunista li definisce «orribili non luoghi». Sono gli edifici abbandonati che tappezzano il territorio comunale: dal lungomare fino alle Alpi Apuane, passando per la zona industriale. In alcuni casi portano con loro qualche brandello della storia che hanno per qualche tempo ospitato: industrie, aziende, hotel, colonie. In altri nemmeno quella perché i lavori per la loro costruzione sono iniziati ma mai terminati. Come nel caso di Borgo Ducale, in via Aurelia. Lasciati a “marcire” a causa di fallimenti societari o in quanto oggetti di contese ereditarie o per il sopravvento di nuove tecnologie che ne hanno determinato la fine delle loro funzioni. Ma quei perimetri in cui sorgono potrebbero tornare nelle mani dell’amministrazione comunale e godere di un destino diverso da quello prospettato fino ad oggi.

È questo in sostanza il contenuto della proposta di delibera che Rifondazione Comunista ha voluto “donare” ai consiglieri di minoranza del Comune di Massa. Un documento che è stato approvato dai consigli comunali di Napoli e di Milano. E che attualmente è in fase di discussione anche a Roma. Nicola Cavazzuti di Rifondazione Comunista snocciola i passaggi necessari alla sua messa in atto: «La proposta di delibera che presentiamo – spiega – intende dotare Massa di uno strumento permanente di intervento non solo per fronteggiare, sul nascere, i fenomeni di rischio e abbandono sociale, ma orientato ad affermare il carattere di “bene comune” di un armonico assetto urbanistico, recuperando quindi alla pubblica amministrazione la capacità di decidere l’uso dei “non luoghi”. In sintesi la proposta si pone l’obiettivo di introdurre un articolo aggiuntivo nel regolamento edilizio di Massa che prevede che il sindaco, con propria ordinanza, diffida i proprietari, o i titolari di diritti reali di immobili cui si è accertato lo stato di abbandono da almeno 5 anni, ad eseguire interventi di ripristino, pulizia e messa in sicurezza delle aree, prevenzione incendi, nonché recupero degli edifici sotto il profilo edilizio, funzionale e ambientale. In caso di inadempienza, decorsi i 90 giorni, l’amministrazione effettua gli interventi indispensabili in danno e applica una sanzione commisurata alla consistenza catastale dell’immobile pari a 200 euro per mq, con facoltà di riscuotere coattivamente e di rivalersi sull’immobile. I proprietari che manifestano disponibilità alla manutenzione e alla bonifica, potranno intervenire sugli immobili anche per interventi rivolti all’insediamento in via temporanea di destinazioni d’uso per servizi culturali, ricreativi. Nel caso invece di accertata inadempienza della proprietà, l’amministrazione comunale provvede ad attribuire in via definitiva all’immobile abbandonato la destinazione a verde pubblico e servizi pubblici di livello locale, i proprietari e le loro società collegate o controllate non potranno ricevere dall’amministrazione titoli edilizi per altri immobili fino a che non avranno presentato la proposta di intervento per quello in stato in abbandono».

Una proposta di impegno che Rifondazione ha inviato ai consiglieri di opposizione del Comune: «mettiamo a disposizione di chi vuole questo atto in quanto ci sentiamo in dovere di dare una risposta ai 1400 cittadini che ci hanno votato», ha spiegato Nicola Cavazzuti durante la conferenza che ha tenuto insieme a Irene Bertozzi nei pressi di Borgo Ducale, sottolineando che la concorrenza del forte abbattimento di valore degli immobili derivante dal cambio di destinazione a servizi pubblici può rendere sostenibili le condizioni per l’acquisizione degli immobili anche da parte dell’ente pubblico. Una proposta che la minoranza in consiglio o l’amministrazione stessa potrebbero fare proprie per provare a porre fine allo stato di degrado che alcune aree del territorio comunale subiscono.

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