Il 29 novembre scorso un gruppo di naziskin ha fatto irruzione in un centro d’accoglienza migranti, situato a Como. Un’azione che, apparentemente, sembra ricollegarsi ad un attacco squadrista, se non fosse che non vi è stata alcuna violenza fisica. Secondo quanto riportato da Repubblica, i militanti di estrema destra, introducendosi all’interno del luogo sopracitato, hanno interrotto le attività rimanendo in piedi e leggendo un volantino con su scritto «Stop Invasione», per poi allontanarsi rivolgendo ai volontari queste parole: «Ora potete riprendere a discutere di come rovinare la nostra patria e la nostra città» . L’accaduto ha suscitato non poco scalpore, tanto da attirare l’attenzione dei personaggi politici più influenti del Paese.
«Qualsiasi gesto di violenza va condannato senza se e senza ma. Intimidazioni e provocazioni di segno fascistoide, come quelle accadute a Como, vanno respinte non solo dalla sinistra ma da tutta la comunità politica nazionale, senza eccezione alcuna. Su questi temi non si scherza». Esordisce così il segretario del Partito Democratico, Matteo Renzi, sul suo profilo Facebook. Il commento si riferisce chiaramente alle vicende di Como, invitando ogni fazione politica a prendere le distanze da tali gesti, considerati un’istigazione all’odio e alla violenza.
Non si fa attendere la reazione degli esponenti della destra, che contestano la posizione netta assunta da Renzi. «Secondo me quello è un atto di intimidazione e per me l’intimidazione è inaccettabile, ma trovo abbastanza ridicolo l’appello di Renzi, perché la violenza non è oggettivamente quello che ieri si è visto a Como: è un atto di intimidazione ma non è un atto di violenza. La violenza noi l’abbiamo invece vista un sacco di volte dai compagni dei centri sociali, quelli che distruggono intere città e bruciano le macchine degli italiani, e nessuno ha mai fatto appelli di condanna. Quello si può fare. Perché è gente di sinistra e le città si possono distruggere» ha dichiarato Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia. Un commento, pertanto, che forse analizza con troppa leggerezza il significato politico del fatto, ma che lancia un messaggio preciso ad una sinistra considerata eccessivamente faziosa.
Molto più critico, invece, il segretario della Lega Nord, Matteo Salvini, che coglie l’occasione per attaccare Renzi e il suo operato. «Il problema dell’Italia è solo Renzi, non i presunti fascisti. Certo che entrare in casa di altri non invitati non è elegante, ma il tema dell’invasione dei migranti sottolineato dai skinheads è evidente» ha commentato il leader del Carroccio. In conclusione, la presenza di alcuni gruppi estremisti evidentemente riconducibili all’ideologia fascista, si è rivelata un’altra occasione per dar vita a sterili polemiche. Quando, invece, la pericolosità di tali gruppi viene probabilmente fin troppo sottovalutata.
Francesco Laneri
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