Royal Academy of Antwerp. The Masters Show 2018

Terzo posto nella graduatoria internazionale delle scuole di moda, la Royal Academy di Anversa ancora una volta incanta il pubblico con la sfilata dei suoi studenti
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Nove talenti emergenti si sono diplomati lo scorso fine settimana alla Royal Academy di Antwerp e hanno presentato le loro collezioni durante il Masters Show 2018. Anno dopo anno, la scuola di moda di Anversa - che ha ottenuto il terzo posto nella graduatoria internazionale delle scuole di moda nel 2017 - incanta sia la stampa che il pubblico con scorci di ciò che questi talenti potrebbero creare in futuro. Dries van Noten, Ann Demeulemeester, Martin Margiela e Demna Gvasalia si sono diplomati qui in passato, facendo strada a quella che rimane tutt’oggi una fonte inesauribile di talento puro e cristallino.

Demna Gvasalia (direttore creativo di Balenciaga e Vetements) è tornato alla sua ex-scuola lo scorso fine settimana per la prima volta dopo 15 anni, per far parte della giuria che si riunisce ogni anno per assegnare premi ai diplomandi. A fargli compagnia c’erano tante figure di spicco della moda attuale come Jelka Music (Direttrice PR di Jean Paul Gaultier), Luigi Preziotti (Direttore Design RTW Prada Woman), Dario Vitale (Direttore Design RTW Miu Miu) e la nostra vicedirettrice di Vogue Italia e direttrice dei Vogue Talents - Sara Sozzani Maino. Presidente della giuria era come sempre Walter van Beirendonck, direttore del dipartimento moda della Royal Academy, a cui facciamo i nostri complimenti ancora una volta per questa classe di talenti, di cui può essere certamente essere orgoglioso. Tra i premi più prestigiosi, il Mode Award e il Momu Award sono stati vinti da Gennaro Genni Velotti, il Rosier41 Award da Kjell De Meersman e il Flanders Dc / Ua Award da Federica di Leo.

Lo scorso fine settimana ha segnato anche l'apertura della rassegna "Antwerp Baroque 2018", un festival in città che renderà omaggio a Peter Paul Rubens e alla sua eredità culturale barocca con diversi eventi, tra cui la mostra "Sanguine / Bloedrood" al Museo di Arte Contemporanea, a cura di Luc Tuymans.

Uno scenario spettacolare ha ospitato il Masters Show, con un palla da discoteca gigantesca circondata da una lunga pista circolare che rifletteva luci metalliche e glitter. Lo show è stato aperto come di consueto da una presentazione sperimentale di gruppo degli studenti del 1 ° anno, seguita dagli studenti del 2 ° anno con i loro costumi storici e gli studenti del 3 ° anno, che hanno fatto sfilare abiti molto interessanti, anticipando il prossimo flusso di talenti che vedremo nel 2019.

Diamo uno sguardo ravvicinato ai diplomandi di quest'anno. L'italiano Gennaro Genni Velotti ha presentato una collezione di forte impatto chiamata "Libera" - subito molto apprezzata dal pubblico – il cui concetto principale era il dualismo tra un uomo dominante e una donna spensierata che cerca di liberarsi. Le scarpe - un mix di materiali moribid ma strutturati e tacchi metallici cilindrici – hanno colpito tutti e diventerebbero subito un must, se venissero messe in vendita. Sentiremo di sicuro parlare di Gennaro in futuro. Kjell De Meersman è stato l'unico diplomando belga quest'anno e ha acceso la passerella con una collezione mista adatta sia a uomini che a donne, fatta di completi oversize e abiti sensuali in latex. La sua idea era di mostrare quanto una donna possa sembrare contemporaneamente sicura di sé, sensuale, ma anche fragile, attraverso ciò che indossa. Noa Kapchitz (Croazia) ed Elijah Schali (Stati Uniti), si sono incontrati ad Anversa e cominciato una relazione che li ha portati a disegnare abiti insieme. Per questa collezione hanno scelto di sperimentare il concetto di dualità, combinando una eleganza classica ad accenni grafici brutali. Il loro sogno sarebbe quello di iniziare un label insieme in futuro. Michal Gruca (Polonia) ha presentato una collezione per uomo molto provocante dal nome "Your Hands are Sweaty" (“Hai le mani sudate”), tradotta visivamente in un patchwork sexy e variopinto di creazioni, contraddistinte da un mix di accenti bohémien e macho allo stesso tempo. Le ultime generazioni di fan di Gucci si innamorerano della sua collezione. L’italiana Federica Di Leo è stata ispirata da Rita, una ragazza che ha combattuto contro la mafia, sperando di contribuire a un futuro migliore per la sua Sicilia. Tragicamente, Rita ha finito col suicidarsi perché aveva paura di rappresaglie. Questi concetti di base molto forti prendono forma sulla passerella attraverso colori e trame contrastanti, che rappresentano metaforicamente l'antidoto al lato oscuro dell'Italia. Predrag Petrovic (Serbia) ci ha impressionati con una collezione che sarebbe perfetta per un criminale del XXI secolo. Predrag é stato ispirato da un documentario incentrato sull’evoluzione della criminalità durante la seconda guerra mondiale. Ci é piaciuto molto il suo approccio audace e provocante. Shayli Harrison (Australia) ci ha sorpresi con una fata dei boschi definita “egosessuale” sfaccettata e determinata, a cui piace giocare e prendere in giro una vita che a volte diventa troppo seria. Un'esplosione di colori, strati e accessori innovativi ha portato allegria in passerella. Stefan Kartchev (Bulgaria) ha presentato una collezione intrigante e accattivante, ispirata a costumi ortodossi slavi mixati a capi sportivi e tracce profane, espressi attraverso colori brillanti e trame spigolose. Abbiamo lasciato Anversa sentendoci più fiduciosi che mai che questa scuola prestigiosa continuerà a stupirci con il suo inesauribile flusso di talenti – e la certezza che ci entusiasmeranno ancora negli anni a venire.