Cronaca

Appalti pubblici e ‘ndrangheta, accolte tutte le richieste di parti civili

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Seconda udienza del processo “Cumbertazione” sul presunto cartello tra clan Piromalli e imprenditoria gioiese per il controllo dei lavori pubblici

Regione Calabria, Città metropolitana di Reggio Calabria, Autorità portuale di Gioia Tauro. Sono solo alcune delle numerosi parti civili ammesse dal Tribunale di Palmi nel processo “Cumbertazione” che, nella giornata di ieri, ha segnato il suo secondo giorno di udienza. Il collegio dei giudici ha sciolto la riserva sulle tante richieste di costituzione di parte civile, tra ci sono quelle delle città ed enti direttamente coinvolte nell’inchiesta contro il presunto cartello di imprese che farebbero capo al clan Piromalli: il comune di Gioia Tauro e Rosarno, quelli di Cittanova e San Giorgio Morgeto, l’Autorità portuale di Gioia Tauro. E poi la provincia di Catanzaro e il comune di Bovalino.

L’inchiesta Le indagini della Dda di Reggio Calabria hanno portato alla luce un presunto cartello tra la ‘ndrangheta e l’imprenditoria per controllare gli appalti pubblici a Gioia Tauro, nella provincia di Reggio Calabria e quella di Cosenza. I 41 imputati coinvolti nell’inchiesta sono comparsi ieri per la seconda udienza davanti al collegio del Tribunale di Palmi per l’inizio del processo. Tra gli imprenditori imputati nel procedimento figurano anche Giorgio Ottavio Barbieri, a processo per un’altra inchiesta antimafia, quella scaturita dall’operazione “Frontiera” sul clan Muto di Cetraro, e i Bagalà di Gioia Tauro, ritenuti vicini ai Piromalli.

Le accuse Associazione a delinquere di stampo mafioso, associazione per delinquere aggravata dall’aver agevolato la ‘ndrangheta, turbata libertà degli incanti, frode nelle pubbliche forniture, corruzione e falso ideologico in atti pubblici. Accuse che rappresentano l’epilogo di un’articolata attività investigativa condotta dal Gruppo investigazione criminalità organizzata (Gico) dei nuclei di polizia tributaria di Reggio Calabria e Cosenza, nell’ambito di due distinti procedimenti penali incardinati rispettivamente dalle Direzioni distrettuali antimafia di Reggio Calabria (operazione “Cumbertazione”, e di Catanzaro (operazione “5 lustri”), volta ad approfondire i profili imprenditoriali della criminalità organizzata operante nella Piana di Gioia Tauro e nel Cosentino, legati al settore degli appalti pubblici, le quali trovano punto di convergenza nella figura di alcuni imprenditori ritenuti dagli inquirenti legati alla ‘ndrangheta.

Gli imputati Questi i nomi delle 41 persone imputate nel procedimento: Luigi Bagalà, Giuseppe Bagalà, Francesco Bagalà, 40 anni, Francesco Bagalà, 22 anni, Giorgio Morabito, Rocco Pasquale Nicoletta, Angela Nicoletta, Carlo Cittadini, Giorgio Ottavio Barbieri, Gianluca Scali, Domenico Gallo, Cristiano Zuliani, Ettore Della Fazia, Santo Fedele, Francesco Fedele, Bruno Polifroni, Rocco Leva, Bruno Madafferi, Maria Vittoria Plastina, Emilio Cipolla, Domenica Coppola, Angelo Zurzolo, Gaspare Castiglione, Mirko Pellegrini, Giovanni Fiordaliso, Giacomo Morabito, Roberto Di Paola, Antonino Quattrone, Antonino Gioffrè, Francesco Marcellini, Vincenzo Raso, Bruno Iaria, Antonio Giuseppe Currenti, Paolo Speziale, Domenico Auddino, Mariano Arena, Santo Gagliostro, Luigi Macrì, Roberto Bassman, Domenico Maugeri, Vincenzo Polifroni.