Cronaca

Processo Dioniso contro le cosche lametine, in 40 chiedono l’abbreviato

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Stralciata una posizione, 6 imputati proseguono con rito ordinario fermo restando la possibilità per i legali difensori di richiedere altri abbreviati entro la prossima udienza dell’8 gennaio

di GABRIELLA PASSARIELLO

Con 40 richieste di rito abbreviato, una posizione stralciata per difetti di notifica e 6 al rito ordinario si è conclusa la prima udienza preliminare per i 47 imputati coinvolti nell’operazione della Dda di Catanzaro “Dioniso”. Un sodalizio mafioso che avrebbe avuto a Lamezia il completo controllo sullo spaccio di droga, venduta in tre piazze del territorio, quella di Ciampa di cavallo, Trempa e di Capizzaglie, in uno scenario che gli inquirenti non hanno esitato a paragonare a quello di “Gomorra”. Un’organizzazione che si sarebbe servita per il traffico di sostanze stupefacenti delle ‘ndrine della fascia jonica reggina, garanti dell’approvvigionamento di cocaina ed eroina, mentre la marijuana arrivava dalla Puglia e da canali albanesi e i cui proventi sarebbero serviti per il sostentamento degli affiliati detenuti e delle loro famiglie.

I nomi di chi ha scelto l’abbreviato. Si tratta di Nino Cerra, 69 anni, inteso “Il vecchio” e “Zu Nino”;Pasquale Torcasio, 48 anni; Vincenzo Torcasio, 37 anni; Pasquale Torcasio, 37 anni, inteso “Carrà e Cicciobello”; Antonio Gualtieri, 38 anni;Pasquale Carnovale, 31 anni; Cesare Gualtieri, 48 anni, alias “U bruttu”, “U Pazzu”; Nicola Gualtieri, 25 anni, inteso “Bomboletto”; Cesare Gualtieri, 39 anni; Sebastiano Strangio, 31 anni; Danilo Torcasio, 32 anni, inteso “u cultellaro”; Luca Torcasio, 34 anni;Silvia Mascaro, 27 anni; Antonio Torcasio, 66 anni;Teresa Estino, 60 anni; Francesco Tropea, 30 anni; Ivan Matti Altadonna, 40 anni; Giuseppe Gullo, 52 anni, alas “Pino” o “Pinuzzo”; Concetto Pasquale Franceschi, 50 anni; Antonio Franceschi, 23 anni; Giuseppe Dattilo, 47 anni, alias “Cabrini”; Fiorino Salvatore, 62 anni, alias “U’ Maruzzaru”; Stefano Frangione, 33 anni; Danilo Fiumara, 28 anni; Antonio Grande, 35 anni; Antonio Salatino, 51 anni; Pasquale Salatino, 29 anni; Antonio De Fazio, 41 anni; Aurelio Scalise, 48 anni; Lorenzo Cosentino, 27 anni; Vincenzo Ammendola, 41 anni; Francesco Genchi, 50 anni; Eljon Hoxhaj, 35 anni; Carmela Profeta, 31 anni; Angela Patruno, 24 anni; Maurizio De Fazio, 53 anni; Pasquale Tedesco, 58 anni; Giovanni Pujia, 49 anni; Gaetano Larosa, 43 anni e Luciano Torcasio, 49 anni.

Posizione stralciata. Il gup del Tribunale di Catanzaro Giovanna Gioia ha stralciato la posizione di Pasquale Gullo, accogliendo l’eccezione di nullità nella richiesta di rinvio a giudizio sollevata dall’avvocato difensore Antonio Larussa, rispedendo gli atti in Procura.

Rito ordinario. Proseguono la normale udienza preliminare Peppino Festante, 41 anni, Maria Pia Renda, 53 anni; Roberto De Fazio, 41 anni, inteso “lo svizzero”; Antonio Gatto, 32 anni; Angela Gatto, 36 anni e Franco Franceschi, 48 anni, alias “lo sfregiato, fermo restando la possibilità per gli avvocati difensori di optare per il rito abbreviato entro l’udienza del prossimo 8 gennaio. Due imputati inoltre Nino Cerra (detenuto per altri reati) e Giuseppe Gullo (ai domiciliari per altri reati), nell’ambito del processo Dioniso, sono stati scarcerati. La Cassazione ha accolto le arringhe difensive dell’avvocato Antonio Larussa, annullando senza rinvio l’ordinanza del Tribunale del riesame.

Gli imputati sono stati raggiunti il 31 gennaio scorso, da un’ordinanza di custodia cautelare, (24 dei quali in carcere e 23 ai domiciliari), firmata dal gip Carlo Saverio Ferraro. Tra questi esponenti di spicco sia del sodalizio Lametino come il capo storico Nino Cerra, di 69 anni e il 48enne Pasquale Torcasio, che del clan Reggino come Sebastiano Strangio. Il blitz, condotto dai carabinieri del Nucleo investigativo di Catanzaro in sinergia con la Compagnia di Lamezia Terme rappresenta una costola di due precedenti operazioni “Chimera 1” e “Chimera 2” in un’attività investigativa che si è avvalsa delle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, tra i quali Luciano Arzente, Angelo Torcasio, Battista Cosentino, Rosario Cappello, Giuseppe Giampà e di un testimone di giustizia tossicodipendente che ha subito estorsioni da parte della cosca.

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