Cronaca

Narcotraffico internazionale, chiesto l’immediato per gli affiliati alla cosca di Guardavalle

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Saltano l’udienza preliminare diciotto  imputati coinvolti nell’operazione “Area 51”  

Saltano il filtro dell’udienza preliminare e passano direttamente a giudizio immediato 18 imputati coinvolti nell’operazione “Area 51”, che il 23 maggio scorso ha portato all’esecuzione, tra Milano, Monza, Roma e Catanzaro, di 21 misure di custodia cautelare emesse su richiesta della Dda di Milano, accusati, in concorso, di traffico internazionale di stupefacenti aggravato dal metodo mafioso. Si tratta di Marcello Andreacchio, 38 anni, di Nettuno; Nicandro Augello, 55 anni, di Sannicandro Garganico (FG); Antonio Berardi, detto “Tonino”, 53 anni, di San Severo; Alfio Di Mare, 67 anni, di Catania; Damiano Emanuele, 40 anni, di Catanzaro;Antonio Ferrandu, 44 anni, di Roma; Francesco Gualtieri, 32 anni, di Catanzaro; Saverio Gualtieri, 52 anni di Davoli (Cz); Nicola Guido, 31 anni, di Catanzaro; Francesco Maiuolo, 50 anni, di Magenta; Davide Mazzerbo, 47 anni, di Busto Arsizio (VA); Claudio Muccari, 44 anni, di Guardavalle (Cz); Bruno Palamara, 25 anni, di Cantù (CO); Raffaele Procopio, 45 anni, di Davoli (Cz); Agazio Samà, 43 anni, di Guardavalle (Cz); Nicola Samà, 45 anni, di Guardavalle (Cz); Antonio Traettino, 38 anni, di Aversa e Agazio Vetrano, 38 anni, di Catanzaro. Gli imputati, assistiti, tra gli altri ,dai legali Vincenzo Cicino, Gianluca Crusco, Beatrice Soldarini, Bartolomeo Pettiti, Rocco Romellano, Nicola Neri, avranno dieci giorni di tempo dalla notifica del decreto di giudizio immediato per chiedere il rito abbreviato.

Le indagini. La base logistica e funzionale era ad Arluno, nel Milanese, in via Martiri della Libertà 15, dove l’organizzazione criminale, secondo gli inquirenti, aveva appartamenti con ampi spazi che fungevano da luogo di stoccaggio per la cocaina. Proprio lì sarebbero avvenuti gli incontri per programmare il traffico di droga e gli scambi di denaro. Un’organizzazione collegata al clan di ‘ndrangheta dei “Gallace” di Guardavalle. Procopio è un uomo fidato dei Gallace, così come Riitano, 37 anni, detto “Il Generale”, è considerato “affiliato al locale di Guardavalle”, in quanto avrebbe giocato un ruolo importante nella latitanza del boss Vincenzo Gallace. Riitano, residente in Germania, ma di fatto abitava stabilmente ad Arluno, sarebbe stato colui che raccoglieva denaro da distribuire ai “calabresi”, trattando la compravendita di droga con i colombiani. 

I sequestri. Durante il blitz i carabinieri e il Ros di Milano hanno trovato 250 mila euro in contanti, nelle case e nelle tasche degli esponenti dell’organizzazione. Altri 390 mila sono stati sequestrati nel momento in cui un corriere stava per partire dall’Italia con un’auto verso l’Olanda, dove avrebbe dovuto consegnare il denaro direttamente ai cartelli colombiani.

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