Cronaca

‘Ndrangheta a Rizziconi, sequestrati beni per 6 milioni al boss “Toro” Crea

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Il provvedimento del Tribunale misure di prevenzione è la naturale prosecuzione dell’inchiesta di polizia e Dda contro il clan della Piana

Un sequestro di beni nei confronti della cosca Crea di Rizziconi, del valore complessivo di 6 milioni di euro, è stato effettuato questa mattina dalla polizia. Gli agenti hanno dato esecuzione a un provvedimento del Tribunale misure di prevenzione su proposta del questore di Reggio Calabria. Il provvedimento ablatorio ha interessato svariati beni riconducibili a  Teodoro Crea cl ’39, boss indiscusso dell’omonima cosca – in atto sottoposto al regime del 41 bis – alla moglie, Clementina Burzì, alla figlia Marinella e a suo marito, Francesco Barone.

Teodoro Crea

Teodoro Crea

La misura I beni sequestrati sono: un edifìcio di pregio, composto da tre appartamenti e 2 locali uso deposito/garage; una villa di pregio; una unità immobiliare composta da due abitazioni e un locale uso deposito; un immobile in corso di costruzione; una unità immobiliare composta da tre appartamenti e un locale destinato all’esercizio di attività
commerciale; un appartamento; un unità immobiliare composta da due stabili adibiti, rispettivamente, a caseifìcio e abitazione; 6 fabbricati adibiti a stalle; 18 terreni; l’mpresa agricola individuale “Burzì Clementina” con sede in Rizziconi (RC); titoli Agea emessi a favore di Marinella Crea.
Il valore del patrimonio confiscato ammonta complessivamente a circa 6 milioni di euro.

L’inchiesta Il sequestro rappresenta la naturale evoluzione delle indagini, condotte dalla Squadra Mobile di Reggio Calabria e coordinate dalla DDA reggina confluite nell’operazione “Deus”, a conclusione delle quali, il 4 giugno 2014, è stata data esecuzione a una’ordinanza, emessa dal GIP presso il Tribunale di Reggio Calabria, con la quale sono state disposte, nei confronti di 16 persone, le misure della custodia cautelare in carcere e degli arresti domiciliari per associazione di stampo mafioso, estorsione aggravata, intestazione fittizia di beni e truffe alla Comunità Europea.

Gli imputati Tra i destinatari del provvedimento restrittivo, oltre a Teodoro Crea cl ’39, capo storico della famiglia, e buona parte del suo nucleo familiare, risultavano anche altri esponenti di spicco della ‘ndrina – quali Antonio Crea detto “u Malandrinu” e Domenico Crea cl ’54 detto “scarpa lucida”, legati da vincoli di parentela con il suddetto capo della consorteria criminale – e tre ex amministratori pubblici del Comune di Rizziconi.

Città sotto scacco In particolare, l’attività investigativa ha evidenziato l’assoluta egemonia della cosca Crea, esplicata sul territorio come una vera e propria “signoria”, sia nell’esercizio delle tradizionali attività criminali che nel totale condizionamento della vita pubblica, tanto da determinare, nel 2011, lo scioglimento del Consiglio Comunale di Rizziconi.