Cronaca

‘Ndrangheta stragista, dalle carte dell’inchiesta il potere dei Piromalli

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Ripercorsa la scalata alle gerarchie della criminalità da parte del clan di Gioia Tauro, i rapporti con Cosa nostra e i business della terza generazione

Il potere dei Piromalli nella Piana di Gioia Tauro, le loro relazioni con pezzi della massoneria e di “Cosa nostra” siciliana e molto altro ancora. Questo emerge dalle carte dell’inchiesta “‘Ndrangheta stragista”, il cui processo è in corso a Reggio Calabria. Informative delle forze di polizia, verbali di pentiti siciliani e calabresi. Al loro interno anche la storia criminale e la nuova generazione di Piromalli che guarda al mondo per fare affari.

Signori della Piana Il potere dei Piromalli nasce negli anni ’70 del secolo scorso con la prima generazione di boss: Mommo Piromalli e dei suoi fratelli Giuseppe e Antonio. La seconda generazione è rappresentata da Giuseppe “facciazza”, classe ’45, Gioacchino classe 34. Con il boss Pino Piromalli in carcere da tempo, il bastone del comando sarebbero passate a suo figlio Antonio, in carcere, però, dallo scorso anno. Così le attenzioni della magistratura antimafia si concentrano su Gioacchino Piromalli, figlio di Antonio ’34 “u catanisi”, considerato fino a qualche mese fa il reggente del clan. Gioacchino Piromalli finisce in carcere il 5 ottobre scorso, nell’ambito dell’operazione “Metauros”. Si scopre che molte delle informazioni contenute nel decreto di fermo emesso dalla Dda reggina arrivano dalle informative che fanno parte del fascicolo di “’Ndrangheta stragista”. Documenti in cui si indaga sia sull’intreccio di relazioni economiche di Gioacchino Piromalli detto “l’avvocato” con alcuni imprenditori della Piana con interessi economici in Calabria, a Roma e Milano, che sui contatti con il clan siciliano dei Graviano. Relazioni con i mammasantissima siciliani, tra l’altro, lascito delle prime due generazioni, come sostengono diversi pentiti siciliani e calabresi.

La terza generazione «La terza generazione della famiglia Piromalli – si legge in una informativa datata 2 maggio 2016 – costituita dai rampolli Antonio (classe 72) Antonino (classe 65) “Ninello” e Gioacchino (69) “l’avvocato”, ha introdotto a quella che deve essere quindi considerata come la nuova fase della consorteria mafiosa, ovvero la guida della stessa attraverso la conduzione di attività in apparenza lecite nella quali immettere ingenti flussi di capitale provento delle illecite condotte che sono all’origine del patrimonio di famiglia». E questo che fa Antonio Piromalli. Base operativa Milano e da lì l’assalto alla grande distribuzione degli Stati uniti, dove avrebbe rifilato olio di sansa spacciandolo per extravergine made in Italy. E poi ortofrutta, edilizia, turismo, centro commerciali, in Italia e negli Usa, in Romania e in Francia. A Roma, invece, annotano gli investigatori, ha eletto domicilio Antonino detto “Ninello”, che almeno fino «al dicembre 2008 ha gestito gli interessi della società “La perla del sud”…avente come oggetto sociale il commercio di pesci e molluschi».

Business e relazioni A Gioia Tauro, invece, “presidia” Gioacchino l’avvocato, con i “suoi” nel termovalorizzatore e nell’impianto di depurazione Iam, il massone secondo il pentito Marcello Fondacaro, il professionista con «legami – si legge in una informativa – con esponenti di cosa nostra siciliana…famiglia palermitana di Brancaccio come noto riconducibile ai fratelli Graviano». Di contatti tra i signori di Brancaccio e i calabresi parla il killer pentito Giovanni Brusca. «Del resto – si legge nell’informativa – Piromalli Gioacchino…in data 10 novembre 2007, veniva fatto oggetto di controllo di polizia a Palermo…mentre si trovava» a bordo di un’auto con «Catananti Vincenzo» e «Nesci Domenico… La presenza, insieme al Piromalli, di questi due ultimi soggetti non è casuale ma anzi…è sintomo di una stretta collaborazione nella gestione di alcune società legate al settore della energia rinnovabile…settore eolico». D’altronde, per gli inquirenti, i rapporti economici tra l’avvocato, Catananti e Nesci, sono ben sviluppati anche in altri settori.