Cronaca

‘Ndrangheta, arrestati in Piemonte due uomini della locride accusati di associazione mafiosa

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Si tratta di Giuseppe Ursino e Ercole Taverniti. Nell’operazione sono stati sequestrati tre locali, uno a Torino e gli altri a Bardonecchia e Alpignano

Due calabresi sono stati arrestati a Torino con l’accusa di associazione mafiosa, estorsione con l’aggravante del metodo mafioso e trasferimento fraudolento di valori. Si tratta di Giuseppe Ursino, 68 anni, e Ercole Taverniti, 74. 

L’operazione Si tratta dell’ennesima inchiesta contro la ‘ndrangheta in Piemonte. Nell’operazione, condotta dai carabinieri del nucleo investigativo di Torino, sono stati sequestrati tre locali tra il capoluogo, Alpignano e Bardonecchia e notificato un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per i due uomini ritenuti responsabili di associazione a delinquere di stampo mafioso.

Il sequestro Il gip di Torino ha disposto il sequestro preventivo delle attività e l’ordinanza di custodia in carcere nei confronti di Ursino e Taverniti accusati inoltre di estorsione con l’aggravante del metodo mafioso e trasferimento fraudolento di valori. I due calabresi originari della locride sono stati rinchiusi nel carcere di Torino.

I due arrestati Ursino è il nipote di Rocco Lopresti, presunto elemento di spicco della ‘ndrangheta di Bardonecchia, mentre Taverniti è considerato responsabile di intestazione fittizia di beni. Il provvedimento scaturisce dall’attività investigativa sviluppata dal Nucleo Investigativo di Torino a seguito dell’operazione Big Bang del gennaio 2016, che avrebbe permesso di accertare come Ursino possa essere un elemento “organico” alla ‘ndrangheta che opera sul territorio Piemontese, nella cosiddetta “locale” di San Mauro Torinese, guidata dalla famiglia Crea, che avrebbe controllato il territorio anche mediante le estorsioni e la fittizia intestazione a soggetti terzi di attività commerciali.

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