Cronaca

‘Ndrangheta a Vibo, il pentito Andrea Mantella rivela “Così hanno tentato di uccidermi”

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Il collaboratore di giustizia racconta un presunto fallito agguato nei suoi confronti organizzato da Francesco Cracolici. Le difese chiedono di sentire Domenico Pardea

Un agguato fallito per uccidere Andrea Mantella e vendicarsi della morte del padre. E’ uno dei tanti retroscena emersi nel corso del processo che si sta celebrando nell’aula bunker del Tribunale di Vibo Valentia a carico di Francesco Cracolici, Guglielmo Ciurleo, Franco e Vincenzo Teti, accusati di estorsione, usura, danneggiamento con l’aggravate delle modalità mafiose ai danni del testimone di giustizia Nunzio Buttafuoco.

Il presunto fallito agguato. A voler uccidere l’ex boss “scissionista”, oggi collaboratore di giustizia, erano in tanti e, tra questi, ci sarebbe stato anche Francesco Cracolici, figlio di Alfredo, trucidato in un agguato a San Nicola da Crissa nel lontano 2002. Per gli inquirenti Francesco Cracolici, 42 anni di Filogaso (nella foto), sarebbe l’attuale capo dell’omonima famiglia che opera a Maierato e dintorni. Il particolare è stato rivelato proprio dal pentito Mantella nel corso di una sua deposizione nel processo. Ai giudici ha infatti raccontato che il presunto tentato agguato sarebbe avvenuto anni fa davanti la sua azienda sulla strada che collega Vibo a Stefanaconi. “Cracolici – ha dichiarato – rubò un Fiat Doblò a Pizzo, ne tagliò il tettuccio ma quando arrivò davanti alla mia proprietà non successe nulla. Io non reagii perché non avevo capito se fossero dei killer o i carabinieri. Il giorno dopo feci lo “gnorri” e andai a parlare col maresciallo Lopreiato col quale mi incavolai per capire se fossero stati loro ma lui me lo negò. Poi seppi, tramite Domenico Pardea, che i Cracolici rubarono quel furgone”.  A difesa di Mantella si schierarono il suo “braccio destro” Francesco Scrugli e un uomo vicino ai Bonavota di Sant’Onofrio, Giuseppe Barbieri, che – sempre secondo quanto raccontato dal pentito – convocarono Francesco Cracolici dicendogli che “doveva finirla perché se si mi fosse accaduto qualcosa a casa sua sarebbero morti anche i topi. Cracolici, però, negò tutto dicendo che il veicolo serviva per una rapina, tra l’altro mai avvenuta”.

L’udienza. Ed anche in relazione a questo episodio che nell’udienza di ieri il collegio di difesa ha avanzato le richieste suppletive di prova. In particolare, è stato chiesto di sentire Domenico Pardea. Il Tribunale collegiale presieduto da Lucia Monaco (a latere Martina Annibaldi e Annamaria Fortuna) si è riservato la decisione per il prossimo 28 marzo. Il collegio difensivo è formato dagli avvocati Santo Cortese, Domenico Rocco Ceravolo e Tiziana Barillaro. Parte civile per conto di Buttafuoco l’avvocato Giovanna Fronte.

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