Cronaca

‘Ndrangheta, confiscato patrimonio di Bonaddio: “Processo per i prestanome”

Nel mirino della guardia di finanza sono finiti un edificio a tre piani, un'abitazione di lusso, una villa in costruzione ed un'auto di piccola cilindrata 

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Sono stati confiscati definitivamente i beni di Vincenzo Bonaddio, esponente di spicco della cosca Giampà di Lamezia Terme. A stabilirlo la Corte di Cassazione che si è espressa sui ricorsi presentati dagli avvocati Paola Stilo, legale di Vincenzo Bonaddio e Aldo Ferraro, legale di Francesco Maria Stranges.

Patrimonio confiscato. La Dda di Catanzaro nell’ottobre del 2015 aveva richiesto, a seguito di attente indagini condotte dal Nucleo Mobile del Gruppo della guardia di finanza di Lamezia Terme, il sequestro dei beni di Vincenzo Bonaddio compresi quelli intestati a presunti prestanome in un procedimento di misure di prevenzione antimafia. Dalle indagini è emersa la disponibilità di beni mobili ed immobili riconducibili a Vincenzo Bonaddio pari a 450mila euro. 
La Corte di Cassazione ha quindi disposto il sequestro di un edificio di tre piani adibito a civile e lussuosa abitazione‬ situato a Lamezia Terme, in via Piro; 
 una villa, in costruzione, nel comune di Conflenti, nella disponibilità di‬
 Vincenzo Bonaddio, anche se intestata al cognato Francesco Maria Stranges ;
‭un’autovettura di piccola cilindrata.

Chiesto il processo. ‬
La Dda ha chiesto, a tal proposito, il rinvio a giudizio per Francesco Maria Stranges e Tonino Stranges, imputati, in concorso con Vincenzo Bonaddio del reato di intestazione fittizia di beni con l’aggravante mafiosa. L’udienza è stata fissata per l’8 ottobre presso Il Tribunale di Catanzaro. 
Nello stesso procedimento Bonaddio dovrà rispondere anche del reato di estorsione commessa a danno di un imprenditore locale. 
(f.t.)

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