Cronaca

Accuse choc a prete del Vibonese, la difesa: “Solo diffamazioni”

Sul presunto scandalo in canonica intervengono gli avvocati Pandullo e Di Renzo che respingono le accuse della presunta vittima di abusi

Sacerdote

Tramite i loro legali, avvocati Carmine Pandullo e Giuseppe Di Renzo, i due sacerdoti (un parroco di un paese del Vibonese e un giovane religioso) negano ogni addebito in riferimento alle accuse, contenute in una querela presentata dai carabinieri da P. S., di molesti sessuali e furto. Un racconto, quello della presunta vittima, pubblicato, il 19 agosto, da questa testata che non ha riportato i nomi degli altrettanti presunti molestatori proprio perché ancora non è stata avviata alcuna inchiesta ufficiale.

“Sebbene l’articolo de quo – si legge nella precisazione - nello specifico, non facesse riferimento a nominativi precisi, è comunque doveroso segnalare che dall’incrocio della notizia battuta da altri giornali on-line si è potuto, comunque, agevolmente risalire ai sacerdoti in questione. Pertanto, al fine di ristabilire una più precisa rispondenza alla realtà, s’intende chiarire i termini della vicenda”.




Senza entrare nel merito della vicenda, che “formerà semmai oggetto di valutazione da parte di specifici organi a tal uopo e a diverso titolo deputati”, si evidenzia che “allo stato si registra un vero intento calunnioso e diffamatorio nei riguardi dei sacerdoti in questione che finora hanno inteso serbare il più profondo silenzio nella vicenda che li vede loro malgrado interessati e ciò anche nel rispetto più assoluto di alcune serie problematiche che concernono la persona di P. S.”.

Tuttavia, tenuto conto ormai della dimensione assunta delle notizie, “con contenuto diffamatorio e denigratorio, a causa della loro larga diffusione a mezzo dell’ampissima “piazza virtuale” qual è internet (e/o i social), capace di raggiungere una platea di persone inimmaginabile e, considerato che l’estesa divulgazione di tali notizie infanganti, si è tradotta di fatto in una più ampia ed incisiva lesione della reputazione dei sacerdoti, s’impone una tutela della loro onorabilità e reputazione della stessa Istituzione religiosa che essi rappresentano”.

Per tali ragioni, ai due avvocati preme evidenziare che “i nostri assistiti negano ogni specifico addebito e che gli stessi ci hanno conferito precipuo mandato per redigere una denuncia-querela per calunnia e diffamazione a mezzo stampa nei confronti del signor P. S. e intraprendere ogni altra utile e necessaria azione per la difesa della loro onestà morale e reputazione, in tutte le sedi opportune”.

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