Cronaca

‘Ndrangheta e politica a Lamezia: Galati si sentiva pedinato, ma alle sue costole c’era la Guardia di Finanza…(VIDEO)

L'ex parlamentare aveva anche sporto denuncia perchè temeva per la sua vita, ma non sapeva di avere addosso gli uomini delle Fiamme Gialle

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Presentò una denuncia per un sospetto pedinamento. Temeva per la sua vita l'ex parlamentare Giuseppe Galati, finito ai domiciliari questa mattina nell'ambito dell'operazione "Quinta Bolgia", ma non sapeva che a pedinarlo era la Guardia di finanza che questa mattina gli ha notificato il provvedimento cautelare emesso dalla Dda di Catanzaro. Il particolare e' stato rivelato stamane dal procuratore capo Nicola Gratteri, incontrando i giornalisti. Galati, secondo l'accusa, si era attivato per agevolare il gruppo 'ndranghetistico dei Putrino nel mantenere la lucrosa gestione del servizio sostitutivo delle ambulanze del 118 per l'Asp catanzarese. L'ipotesi di reato e' abuso d'ufficio aggravato dall'aver agevolato la 'ndrangheta.




L'intercessione di Galati. "Per avere una continuità nella gestione del servizio sostitutivo delle ambulanze anche in assenza di una gara e quindi con proroghe annuali - ha spiegato il capo dell'Antimafia catanzarese Nicola Gratteri - i Putrino, attraverso l'ex consigliere comunale di Lamezia Terme, Luigi Muraca, si rivolsero a Galati affinche', con il suo potere, intercedesse sui vertici dell'Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro per orientare le loro decisioni in favore dei Putrino". Nel corso dell'inchiesta, ha detto poi Gratteri, "sono stati documentati, tra luglio e settembre 2015, tre incontri tra Galati, Muraca e Putrino, uno all'aeroporto di Lamezia Terme, un secondo nella strada tra Lamezia Terme e Catanzaro e un terzo in un ristorante di Gizzeria (Cz). A un certo punto, Galati - ha aggiunto il procuratore di Catanzaro - si accorge di essere pedinato e fa una denuncia a Roma dicendo di temere per la sua vita: la Procura di Roma, per competenza territoriale, trasmette la denuncia alla Procura di Lamezia, che apre un fascicolo. Si scopre cosi' - ha concluso Gratteri - che a fare gli accertamenti su Galati era la Guardia di Finanza".

Nessun alibi per chi specula sulla morte. E ancora: "Abbiamo fatto luce su cose agghiaccianti - ha aggiunto Gratteri - non c'e' alcun alibi per chi specula sulle morti e sulle malattie delle persone, non c'e' alibi per nessuno. L'indagine - ha proseguito nella conferenza stampa sull'esito del blitz - e' un bel risultato, ma e' un'indagine che ci lascia piu' tristi del solito, perche' vediamo gente che vive nell'agiatezza ma lucra sui morti e sul dolore. C'e' poi il comportamento indegno di pubblici amministratori, perche' quando parliamo di vertici dell'Asp di Catanzaro stiamo parlando non di persone in stato di necessita' ma di funzionari che - ha rimarcato il procuratore capo dell'Antimafia di Catanzaro - hanno stipendi che consentono di vivere bene. Non c'e' alcuna giustificazione per aderire a queste richieste, seppure di mafiosi". Sulla stessa lunghezza d'onda il procuratore aggiunto, Vincenzo Capomolla, secondo il quale "questa indagine purtroppo conferma come ci sia un meccanismo particolarmente perverso all'interno della pubblica amministrazione al quale non e' estraneo la politica".

Un affare della criminalità. "Abbiamo acquisito la prova certa - ha proseguito il procuratore aggiunto di Catanzaro Vincenzo Capomolla - del controllo della criminalita' organizzata sul settore delle onoranze funebri". "L'inchiesta - hanno riferito gli investigatori nella conferenza stampa sul blitz odierno - ha svelato "l'inquietante quadro di un'occupazione 'militare' dell'ospedale di Lamezia Terme da parte degli esponenti della criminalita' organizzata": in pratica, e' emerso che le attivita' del presidio lametino, dal servizio di onoranze funebri a quello delle ambulanze, era stato letteralmente suddiviso dai due gruppi criminali al centro dell'indagine, i Putrino e i Rocca, entrambi legati alla cosca confederata Iannazzo-Cannizzaro-Daponte".

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