Intervista a Eleonora Pippo, regista di “Le ragazzine stanno perdendo il controllo. La società le teme. La fine è azzurra”, l’esperimento teatrale tratto dal fumetto di Ratigher in scena al Teatro India di Roma il 3 giugno

di Chiara Calpini - 30 maggio 2018

Un viaggio a vostro rischio e pericolo nei territori oscuri dell’adolescenza. L’accettazione, la ribellione, la percezione del proprio corpo, la fragilità, le aspirazioni, la violenza e la sensibilità sono alcuni dei temi ben rappresentati dal fumetto di Ratigher e che la regista friulana porta in scena con una sfida ulteriore: quella di realizzare questo viaggio misterioso con una compagnia temporanea, reclutando ragazze tra i 13 e i 18 anni che nel tempo record di sette giorni lavorano insieme alla creazione di una performance originale e ogni volta diversa. La rappresentazione, che  va in scena una sola volta per città, si basa sulle vite reali delle giovani attrici e coinvolge attivamente il pubblico che viene guidato dalle ragazze durante la messa in scena. Il prossimo appuntamento è il 3 giugno al Teatro India di Roma all’interno della rassegna Dominio Pubblico #Under25 ma altre date seguiranno a Trento, Milano e Napoli.

© Gabriella Davolio

Dopo aver prodotto e diretto il Musical Lo-Fi dei Cinque Allegri Ragazzi Morti nel 2014, Eleonora Pippo torna a raccontare il mondo tenero e crudele dell’adolescenza e lo fa con una regia scarnificata che vuole lasciare spazio alla vita tramite l’esposizione dell’imperfezione e dell’indefinizione. Sul palco va in scena “un’esperienza di autentico confronto e condivisione dei contenuti e dei sentimenti adolescenziali delle protagoniste, di quel vissuto passionale, estremista e doloroso che tutti hanno sperimentato e delle emozioni legate al controllo ma soprattutto alla sua assenza”.

La copertina del libro di Ratigher

Con Le Ragazzine stanno perdendo il controllo Francesco D’Erminio aka Ratigher ha vinto il Premio Micheluzzi come Miglior Fumetto al COMICON di Napoli nel 2015. La  storia racconta l’amicizia tra Motta e Castracani, due studentesse delle medie con la comune passione per le analisi mediche. Un modo come un altro per esaminare il proprio corpo e sfidare la fascinazione per la morte. Parte integrante della messa in scena è l’installazione La fine azzurra creata della stessa Eleonora Pippo: una imponente scultura gonfiabile raffigurante la ragazzina-cartoon azzurra del fumetto e accompagnata da un cameo sonoro dei Pop X, in cui Davide Panizza e Niccolò Di Gregorio leggono alcune parti del fumetto. Il lavoro rappresenta il terzo ed ultimo atto della pièce ed è allestito in una sala dedicata, visitabile nei giorni precedenti l’andata in scena dello spettacolo.

 L’installazione La fine è azzurra © Ilaria Magliocchetti Lombi

Il progetto di Eleonora Pippo non ha intenti pedagogici diretti ed è questo che lo rende particolarmente interessante. Non si erge su un piedistallo per emanare la sua idea di adolescenza ma butta lo spettatore direttamente nel caos dell’uscita dall’infanzia e nelle mani delle ragazze, ricreando quella sensazione nichilista e allo stesso tempo organicamente infiammata, di dolore e felicità che si prova a quell’età. Non ci sono risposte preconfezionate. Ogni vita ha il suo mistero. Le ragazze in scena combattono con e contro gli stereotipi, soffiano provocazioni nella rete dei rapporti di tutti i giorni e portano tanti elementi personali come la lettera alla se stessa del futuro. “Noi non siamo ragazze, siamo pallottole d’argento per i cervelli della piccola borghesia” recita un adesivo che tanto ispira le due protagoniste. Non potrebbe essere più calzante in questi tempi di rivoluzioni femministe e di movimenti delle donne che hanno fatto del coming out il loro punto di forza. Abbiamo fatto qualche domanda alla regista prima dell’atteso debutto romano.

Eleonora Pippo © Ilaria Magliocchetti Lombi

Perché hai scelto il fumetto di Ratigher?
“Per il titolo naturalmente! Mi ha subito incuriosita e mi ha fatto immaginare grandi cose che, quando poi ho letto, ho effettivamente ritrovato. La storia, i personaggi e le emozioni che li muovono sono estremi, dirompenti. Soprattutto mi è piaciuta la fine: misteriosa e toccante”.

© Andrea Pizzalis

Che tipo di lavoro fai con le ragazze, come le coinvolgi?
“Nel sette giorni di lavorazione mi concentro soprattutto sulla creazione di un immaginario comune, vado ad esplicitare tutto quello che non c’è scritto, tutto quello che i personaggi celano. Tutto quello che c’è nascosto in una battuta o nei tanti silenzi e negli spazi bianchi tra una vignetta e l’altra. È Un’avventura alla scoperta di sé e degli altri. Lavoro sull’istinto, sulla fiducia e sulla capacità che le ragazze hanno di mettersi in scena: lo fanno sempre, soprattutto sui social. La novità è che nello spettacolo si trovano davanti ad un pubblico, a delle persone in carne ed ossa”.

© Andrea Pizzalis

Che tipo di feedback hai avuto dalle ragazze dopo il lavoro?
“Di solito sono stupite sia dal lavoro che da loro stesse. Mi dicono che non immaginavano un’esperienza simile e che il teatro potesse essere così”.

© Andrea Pizzalis

Qual è la parte più difficile di questo spettacolo?
“Lo spettacolo è disseminato di difficoltà da affrontare giorno per giorno insieme alle ragazze per i temi che tratta e il modo in cui ho deciso di farlo… amicizia, disagio, morte. La messa in scena è essenziale non c’è illusione, effetto scenico, in più il pubblico è sempre illuminato ed è coinvolto anche attivamente nella messa in scena. Diciamo che i ruoli vengono completamente ribaltati: il pubblico è protagonista e le ragazzine sanno, guidano e contengono”.

© Gabriella Davolio

C’è un messaggio universale nell’adolescenza?
“Direi di no. L’adolescenza è un prodotto della nostra cultura occidentale, un sostituto dei riti di iniziazione di altre società, attraverso i quali la persona dimostra di sapersi confrontare con la morte o con la sessualità, a volte indipendentemente dall’età”.

Le prossime date dello spettacolo

03/06/18 Teatro India x Dominio Pubblico Under #25, Roma
13/07/18 Pergine Spettacolo Aperto Festival, Pergine (TN)
14/10/18 Zona K, Milano
27/01/19 Nuovo Teatro Sanità, Napoli
Il progetto e co-prodotto da Teatro della Tosse di Genova e Eleonora Pippo con il sostegno di Coconino Press-Fandango Editore e Kilowatt Festival.