La sfida di Susan Fowler: una legge che impedisca di «coprire» gli abusi

di Marta Serafini

Il problema non è più se sia vero o meno che le donne vengano discriminate e siano soggette ad abusi sul lavoro. Ora, dopo gli scandali e le campagne, il punto è: come si risolve il problema? Ci sta provando con determinazione Susan Fowler, ingegnera informatica, ex dipendente di Uber, che nel febbraio 2017 con un lungo post ha denunciato comportamenti e pratiche scorrette dell’azienda per cui lavorava. All’epoca fu un terremoto che portò alle dimissioni dell’allora amministratore delegato Travis Kalanick. Ma Susan, nominata da Time persona dell’anno e madre di una bambina nata da poco, non si è limitata al suo caso.

Con la consigliera Lorena Gonzalez Fletcher ha proposto in California una legge che fermi gli arbitrati per la cause di lavoro. Negli Stati Uniti buona parte delle aziende al momento dell’assunzione obbliga i dipendenti a firmare un accordo con il quale rinunciano, qualora i loro diritti siano violati, alla possibilità di rivolgersi a un tribunale e con il quale si impegnano a ricorrere a trattative private senza darne pubblicità in alcun modo. Questa pratica permette alle aziende di aggirare l’ostacolo, ossia consente ai vertici di non affrontare il necessario cambiamento delle regole interne laddove si verifichino degli abusi. Facile poi che gli accordi di non divulgazione si applichino alle molestie. È successo a Uber (che da ieri si è impegnata a non utilizzare più l’arbitrato per i casi di molestia negli Stati Uniti), è capitato altrove.

Non è raro anche nella più sindacalizzata Europa. Al di là dei confini geografici, legislativi e politici c’è però un altro punto. La questione, esattamente come per il whistleblowing (la denuncia interna degli abusi nelle aziende e negli enti governativi), non riguarda solo le donne e i casi di violenza ma vale per tutte le violazioni e per tutti i soggetti. Ecco perché questa battaglia, che parte dagli Stati Uniti ma che riguarda il mondo intero, deve vedere schierati uomini e donne, fianco a fianco.

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