Un altro Islam è possibile

di Luciana Piddiu

Ogni cosa è illuminata: il titolo del libro di Jonathan Safran Foer mi torna in mente ad ogni passo di questo breve viaggio nel mitico paese di Timur lo zoppo. E senza alcuna enfasi posso dire che l’accoglienza riservata a tutti gli scienziati e ricercatori, nonché ai loro accompagnatori in occasione della Conferenza annuale dedicata alle ultime scoperte della Fisica delle particelle, è stata regale. Mi è sembrato di essere davvero ospite alla corte di Tamerlano. I dubbi che avevo prima di partire, le ansie inconfessate di dover ancora una volta -­in quanto donna e occidentale - dovermi nascondermi sotto un velo si sono dissolte come neve al sole. Ritorno a Ginevra dopo soli quattro giorni in stato di grazia. Ma sono stati giorni di tale intensità che mi hanno segnato. Giorni che valgono anni quando le relazioni intrecciate, le emozioni provate, l’incanto della natura e dell’arte fanno cambiare radicalmente i parametri di giudizio e le unità di misura.

Potenza della bellezza che ci circonda in ogni momento a Tashkent come a Samarcanda. Il sole fa brillare questi lunghi viali alberati e i giardini fioriti di mille colori che si snodano davanti a noi. Per terra non una carta, né una cicca, né un chewing gum. Quasi una visione da sogno se penso alle nostre meravigliose città storiche cosi trascurate e degradate …. Sciamano allegre per le strade ragazze vestite all’occidentale -­ da sole o in compagnia- ma non posso non vedere quante amino anche gli abiti lunghi della loro tradizione coloratissimi e ornati di pailletes. Sono molto truccate E noto che molte di loro hanno lunghissime ciglia finte. Il che conferisce una intensità particolare ai loro sguardi.

Accanto alle giovani donne, donne robuste i coi visi segnati da rughe profonde e il fazzoletto sul capo annodato dietro come usava qui da noi nelle campagne.

La nonna Filò, contadina, lo ha sempre portato cosi nel piccolo paese dietro le Apuane. La visita alla moschea Jami e alla madrasa Kukeldash sono molto interessanti. Ci fa da guida un giovane archeologo che ci spiega come dopo il disastroso terremoto del 1966 in men che non si dica questi manufatti storici risalenti al 15° sec. Sono stati restaurati perfettamente. Certo delle vecchie case in paglia e fango che costituivano il nucleo storico rimane ben poco.
Oggi l’impianto urbanistico è quello segnato dall’architettura imponente e maestosa dell’epoca sovietica. Ma basta avventurarsi fuori dalla città per ritrovare le case tradizionali contadine e miracolo della rete di canali che irrigano queste terre steppose un’agricoltura molto sviluppata.
Del resto in ogni occasione conviviale erano offerte cornucopie di angurie, meloni, pesche, pere, fichi bianchi nonché noci, mandorle, pistacchi. Inebriante il profumo della frutta matura. L’abbondanza del cibo, carni arrosto, involtini di foglie di vite, panzerotti imbottiti con ripieni squisiti ci dicono qualcosa di più: permane in questa società moderna con infrastrutture di tutto rispetto uno dei tratti dell’antica società contadina dove il cibo in quantità esagerate offerto all’ospite è il suggello dell’accoglienza e della gioiosa convivialità. Del superamento dello stato di necessità. Del resto ogni banchetto viene accompagnato da musica e canti e da abbondanti libagioni : il vino scorre a fiumi, i brindisi si susseguono, la vodka è trangugiata come acqua.

Le arie d’opera italiana sono cantate, le nostre canzoni popolari sono conosciute e amate. Grande emozione per noi sentire in questo angolo di mondo in Asia
La nostra lingua e le melodie che ci sono care. Sono talmente intrigata da questa situazione che non mi aspettavo che non perdo occasione di chiedere, interrogare, per capire come qui a due passi dall’Afghanistan la religione venga vissuta come fatto sostanzialmente privato. Non è pervasiva come avevo sperimentato in Pakistan solo pochi anni fa. Si respira aria di libertà.
Penso che dovrò rivedere i miei giudizi sull’operato della ex Urss in Asia centrale a partire da quanto ho visto e toccato con mano in questa occasione.

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