URGONO MANUTENZIONI OPERE DI MESSA IN SICUREZZA COSTATE 500 MILIONI, COMUNE NON HA FONDI; PROVENZANO, 'NOI A DISPOSIZIONE PER MONITORAGGI, E SI POSSONO CHIEDERE ANTICIPI PER SITUAZIONI A RISCHIO'; FICO, (USRC) 'NOI BUDGET DEDICATO'

EMERGENZA PUNTELLAMENTI A L’AQUILA, USRA, ‘POSSIBILE INTERVENIRE IN CASI CRITICI’

9 Aprile 2019 07:21

Regione - Cronaca

L'AQUILA – “Il Comune dell'Aquila non ha risorse per fare la manutenzione dei puntellamenti delle case inagibili a causa del sisma del 2009, è possibile però accelerare le pratiche della ricostruzione nei casi critici, e i proprietari possono chiedere anticipi per una nuova messa in sicurezza, prima dell'apertura del cantiere vero e proprio”.

Queste le soluzioni operative prospettate da Abruzzoweb da Salvo Provenzano, titolare dell'Ufficio speciale della ricostruzione del Comune dell'Aquila (Usra).

Nei giorni in cui, a seguito della vicenda del palazzo inagibile e pericolante lungo corso Vittorio Emanuele II, nel cuore della città, si sono riaccesi i riflettori sulla dubbia efficacia di puntellamenti costati, nell'immediato post sisma, ben 500 milioni di euro, 220 milioni stanziati dal solo Comune dell'Aquila, per la messa in sicurezza di palazzi inagibili, in attesa della loro ricostruzione. Lavori affidati senza gara, e in modo diretto, con non pochi strascichi giudiziari, per  presunti giri di tangenti e varie irregolarità. 

Un problema che riguarda soprattutto il capoluogo, dove il Comune, unico competente in materia, non ha un budget per fare i monitoraggi ed effettuare manutenzioni, se non in casi del tutto eccezionali. Puo' intimare i proprietari, in casi di pericolo, di garantire la messa in sicurezza a spese loro.

Tanti sono gli edifici pericolanti, in aree non precluse al passaggio, che hanno peggiorato la loro già precaria stabilità, in particolare dopo i terremoti dell'agosto e ottobre 2016 e del gennaio 2017. 

Contattato da Abruzzoweb l'assessore comunale alla Ricostruzione privata Vittorio Fabrizi, insediatosi da qualche settimana spiega che vuole avere “un quadro esatto e aggiornato della situazione”, prima di esprimere giudizi su una questione così delicata. 

Situazione migliore si registra invece per gli altri comuni abruzzesi terremotati, dove come conferma sempre a questa testata Raffaello Fico, titolare dell'Ufficio speciale della ricostruzione del cratere sismico (Usrc), “possiamo attingere ad un budget per le messe in sicurezza,  nei casi più critici, sui puntellamenti non più efficaci”.





Il problema di fondo, noto a tutti, e come ricordato anche in una relazione tecnica degli uffici comunali risalente al 2012, è che la funzione dei puntellamenti, sarebbe stata fatalmente limitata nel tempo, dai tre ai cinque anni al massimo. Poi sarebbe stata necessaria un'opera di manutenzione. O in alternativa chiudere le strade dove potrebbe verificarsi un pericolo per l'incolumità pubblica. 

Intanto però il titolare Usra Provenzano, offre un aiuto al Comune: “Noi possiamo intervenire solo nella fase della rimozione, in fase di cantiere. Siamo comunque a disposizione per effettuare intanto un'azione di puntuale monitoraggio dell'effettiva efficacia delle opere di messa in sicurezza”.

C'è però, spiega Provenzano, anche una soluzione immediata, che andrebbe percorsa con maggior vigore.   

“Le norme attuali consentono di anticipare l'apertura dei cantieri dove le opere di puntellamento non sono efficaci, e rappresentano un potenziale pericolo.  Il Comune ci può dire di dare priorità all'esame della pratica, come del resto già avvenuto”.

Ma non solo, come ricorda Provenzano, “il presidente di consorzio può chiedere un anticipazione economica per le opere provvisionali di cantiere, in attesa della conclusione dell'iter di approvazione della pratica”. 

Questo significa di fatto mettere subito in sicurezza l'edificio, visto che le opere provvisionali servono proprio a rendere sicuro l'edificio dove poi dovranno lavorare per anni le maestranze. L'equivalente di una manutenzione, con il vantaggio di non moltiplicare la spesa. 

“Un provvedimento che avuto un discreto successo, anche se andrebbe forse pubblicizzata meglio”. 

Leggermente diversa, è meno allarmante la situazione nei 54 comuni del cratere





“A differenza dell'Usra – spiega Fico – l'Usrc ha un budget dedicato sulle messe in sicurezza, per intervenire sui puntellamenti, con ulteriori interventi di messa in sicurezza. Viene utilizzato però in modo molto oculato, solo dove c'è un problema di incolumità, perché l'edificio grava su spazi pubblici, tre milioni di euro complessivi”.
“Il problema riguarda il centro storico dell'Aquila dove sono tantissimi gli interventi di puntellamento molto ravvicinati tra loro, e non esiste la copertura economica a disposizione del Comune, che non ha una contabilità speciale, visto che le varie delibere Cipe che finanziano la ricostruzione post-sismica”, aggiunge il titolare Usrc, che è stato anche dirigente comunale nel settore della ricostruzione privata. 

A riportare alla ribalta l'irrisolta emergenza delle messa in sicurezza, la vicenda del palazzo lungo corso Vittorio Emanuele II, all'angolo di via del Carmine, che sarebbe a rischio crollo.

L'ipotesi non del tutto scongiurata è ora quella della chiusura della centralissima strada, per il resto quasi interamente ricostruita, e in parte già abitata, con gravi ripercussioni soprattutto nei confronti agli esercizi commerciali. Secondo i commercianti, la struttura avrebbe subìto delle lesioni a seguito dei lavori legati ai sottoservizi, già nel 2016. Ipotesi sdegnosamente smentita da Asse centrale Scarl che sta effettuando l'opera.  In ogni caso, sotto accusa sono finiti anche i puntellamenti oramai usurati. 

Del resto nulla che non si sapesse: una relazione interna del Comune dell'Aquila del 2012 sullo stato delle opere di messa in sicurezza, aveva messo nero su bianco che . “per quanto ben progettate e realizzate”, le opere provvisionali “non avranno efficacia illimitata nel tempo, che “la continuità del loro funzionamento sarà necessariamente legata a interventi costanti di manutenzione”.

E già sette anni fa si ammoniva che “si riscontra nella pressoché totalità dei casi una progressiva evoluzione del fenomeno di dissesto strutturale con conseguenti condizioni di instabilità”, a causa di “continue variazioni degli stati tensionali e deformativi” ma anche “umidità da infiltrazione” e perfino le “oscillazioni e vibrazioni prodotto dal passaggio dei mezzi”.

Caduto nel vuoto tra i tanti, anche l'appello dell'ex prefetto dell’Aquila, Francesco Alecci, nell'agosto del 2016, all'indomani del  dopo il sisma di Amatrice. “Come prefetto e responsabile della sicurezza pubblica penso che, se stiamo già ricostruendo un dato palazzo, i puntellamenti sia giusto eliminarli, ma se sappiamo che per quell'immobile ancora non c’è un progetto approvato e le stesse opere sono diventate una fonte di pericolo, chi di dovere si deve interessare per verificarne la stabilità”.

Azione che generalmente non è mai avvenuta. Del resto la strategia resa più volte pubblica dal Comune è stata sempre quella di spingere sulla ricostruzione senza spendere altri soldi sui puntelli.

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