Le condizioni sanitarie relative alla produzione, commercializzazione e importazione di carne di rettili e prodotti derivati non sono attualmente ancora state stabilite in ambito comunitario. Pertanto, in Italia, in assenza di normative comunitarie armonizzate o di disposizioni nazionali che stabiliscano adeguate condizioni sanitarie per la produzione, l'importazione e gli scambi intracomunitari di tali prodotti, la loro commercializzazione non può essere consentita. La precisazione viene dalla Direzioni generali di sanità animale e della sicurezza degli alimenti, che l'hanno trasmessa il 15 febbraio agli assessorati alla sanità. Il divieto è stato ribadito alla Commissione europea già nel giugno del 2007 dato che, in assenza di soluzioni legislative armonizzate l'Italia avrebbe continuato a non consentire la commercializzazione sul proprio territorio di carni di rettili anche se spedite da altri Paesi comunitari. La Commissione Europea ha condiviso la posizione dell'Italia evidenziando anche il proprio proposito di procedere all'armonizzazione del settore dopo aver acquisito un parere in merito da parte dell'Agenzia Europea per la sicurezza Alimentare (Efsa). Il parere dell'Efsa pubblicato il 21 novembre 2007 ha evidenziato rilevanti rischi sanitari legati al consumo di carni di rettili e ciò ha reso ancora più urgente la necessità di procedere alla fissazione di adeguate garanzie sanitarie prima di consentirne la commercializzazione sul territorio comunitario. I servizi veterinari territoriali inviano frequenti segnalazioni al ministero della Salute , in seguito al riscontro sul mercato italiano di carne di coccodrillo proveniente da Stati membri dove l'importazione e la commercializzazione di tali prodotti è consentita da norme nazionali. Tale situazione, alla luce del parere dell'EFSA, genera di conseguenza maggiori preoccupazioni che sono state recentemente nuovamente rappresentate alla Commissione europea dal nostro ministero della Salute. L'invito delle Direzioni ministeriali è di intensificare i controlli al fine di operare un adeguato contrasto dell'importazione, della spedizione da altri Paesi comunitari e della commercializzazione sul territorio nazionale di questi prodotti.