Una vita al volante e un’avventura da attrice per la rallista Patrizia Perosino

La pilota di rally valdostana al volante di un'auto per una pubblicità con la nuova tecnologia del russian arm.
Veronica e Patrizia
Società

Tenacia, dedizione e una buona dose di incoscienza controllata. Patrizia Perosino, valdostana residente a Biella, è questo e molto altro. Una vita di passione per i motori, un feeling con le 4 ruote che suo papà, l’indimenticabile Luigi Perosino (giornalista sportivo di diverse testate valdostane, mancato nel luglio dello scorso anno), ha sempre cercato di far crescere in lei sin dalla più tenera età: “Ho iniziato tanti anni fa, seguendo una passione che credo sia stato mio padre a tramandarmi: portava sempre me e mio fratello nei più grandi autodromi in Europa e posso dire che quando ho iniziato a correre l’ho fatto perché ce l’avevo nel dna. Ho corso parecchi anni da ragazza, con la mia navigatrice Cristina Droz; dopo la prima gara in cui avevamo visto che potevamo fare bene abbiamo continuato insieme. Mi sono fermata quando ho avuto i miei figli, Veronica e Federico, ma poi, appena cresciuti, ho ricominciato”.

Niente ha scalfito negli anni un amore per i motori forte come quello di Patrizia. In un ambiente dominato dagli uomini non è semplice farsi strada: “Spesso si viene sminuite, ma l’importante è darsi da fare. La grande differenza tra le donne e gli uomini è una sola: noi siamo cariche di responsabilità diverse. Spesso siamo madri e questo fa sì che molti rischi non vengano presi perché ci si rende conto di andare oltre il limite e magari non si schiaccia l’acceleratore come i colleghi uomini”.

La prova della bravura della pilota valdostana è l’ingaggio per una pubblicità automotive che Patrizia ha girato ad Assago, con la tecnologia del russian arm: “Sono stata contattata da questa agenzia pubblicitaria che aveva bisogno di una precision driver, ossia di una pilota molto esperta, in grado di guidare l’auto a distanza ravvicinata con la telecamera. Volevano una donna perché il target del brand automobilistico e il modello del mezzo (ancora top secret, fino alla proiezione dello spot n.d.r.), puntano a un pubblico femminile”.

In sostanza la telecamera montata sul russian arm riprende l’auto in corsa e, solo al termine e a mezzo fermo, è l’attrice a uscire dalla portiera, mentre la corsa e il movimento sono demandati interamente al pilota. In questo caso alla pilota. Il precision driver deve sincronizzarsi perfettamente con i 3 operatori che guidano per mezzo di joystick la telecamera e soprattutto essere pronto a ogni cambiamento di rotta.

Un’esperienza che Patrizia definisce “bellissima” e che è stata possibile grazie alla grande bravura della Perosino, già nota nell’ambiente del rally per la sua destrezza e ora anche perché compone, insieme alla figlia 21enne Veronica Verzoletto, uno dei pochi team mamma e figlia italiani: “Veronica ha iniziato 2 anni fa come navigatrice, è portata e nella passata stagione ha avuto modo di crescere. Il prossimo campionato saremo di nuovo in binomio e vorrei farle fare dei test per vedere se come pilota può funzionare. Il mio sogno sarebbe farla gareggiare e farle da direttore sportivo”. Un amore per i motori che passa di padre in figlia, fino ad arrivare a Veronica, di cui nonno Gigi sarebbe fiero.

Ovviamente l’adrenalina è a mille, ma Patrizia sa controllarla, anche quando c’è Veronica con lei nell’abitacolo: “Spesso è lei che vorrebbe andare ancora più veloce, ma io sono prima di tutto la madre di Veronica e ci metto sempre quell’ulteriore attenzione. Gareggiamo, ma sempre in sicurezza. Quello che voglio che mia figlia impari è che nello sport, come nella vita, l’importante è che se ne si ha la possibilità bisogna fare del bene agli altri. Per questo motivo sulla nostra auto da corsa abbiamo sempre in evidenza il simbolo della “Fondazione Edo ed Elvo Tempia” contro i tumori e durante le nostre gare allestiamo un piccolo stand per raccogliere donazioni e far conoscere questa realtà. Se lo sport diventa anche un modo per fare bene credo che il messaggio passi meglio”.

Patrizia non è certo una madre come le altre, la velocità che lei stessa ha nel sangue l’ha trasmessa a sua figlia e l’emozione nel vedere lo spot sarà grande: non scenderà lei dall’auto con i vetri oscurati, ma la mano che cambia le marce non ci sono dubbi che sarà la sua”.

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