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Caravaggio: le Sette Opere della Misericordia

Le Sette Opere della Misericordia di Caravaggio, o Nostra Signora della Misericordia, è un dipinto che trova proprio nella sua complessità la sua grandezza. Infatti, nell’immensa tela (390×260 cm) la magia del Merisi racconta le sette opere articolandole in scene indipendenti ma nel contempo coordinate nell’armonia di una rappresentazione complessiva.

Il Pio Monte della Misericordia

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Caravaggio – Le Sette opere di Misericordia

Per comprendere le finalità che si riproponeva Caravaggio, è necessario partire dalla storia del committente, ovvero il Pio Monte della Misericordia. Questa istituzione laica nasce nel 1602 come organizzazione secolare ma strettamente legata alla chiesa tanto da essere riconosciuta da papa Paolo V nel 1605.

Il Pio Monte della Misericordia aveva come sua finalità quella di operare proprio negli ambiti indicati dalle Sette Opere della Misericordia. Così, nel 1607, il Pio monte decise di affidare a Caravaggio (che si trovava a Napoli) la realizzazione di un’opera che rappresentasse le sue attività.

L’opera fu così apprezzata da essere posta sull’altare maggiore della chiesa del Pio Monte in Via dei Tribunali. Sebbene l’edificio sacro a cui accediamo oggi non sia quello dei tempi del Caravaggio ma quello che lo sostituì nel 1653, la grande tela è sempre al posto d’onore.

Prosaicamente, al Merisi la tela, un capolavoro, occorre dire, fruttò bene. Ricevette infatti 400 ducati: l’appannaggio del segretario generale del Pio monte era di 24 ducati l’anno…

La realizzazione fu però all’altezza del suo genio. Innanzitutto dal punto di vista della concezione generale. Infatti la tela si compone di quattro scene principali nell’ambito delle quali la rappresentazione delle sette opere viene affidata o a singole figure o a emblematici momenti di racconto. Il tutto dominato dalla Vergine e del Bambino nella parte alta del quadro.

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Le Sette Opere della Misericordia di Caravaggio: cercarle nel quadro

pio monte della misericordia napoli caravaggio sette opere misericordiaPartiamo dall’alto e procediamo in senso orario. La Vergine e il Bambino guardano le scene che avvengono sotto di loro sorrette da due angeli. E’ come se si affacciassero ad una finestra. La Madonna tiene abbracciato il Bambino ma è piuttosto complicato comprendere in quale modo i due angeli (tra loro abbracciati) li sorreggano.

Al di là della fisica, siamo davanti ad un momento di pittura formidabile. Il volto del Bambino (come spesso accade nelle ritratti di bambino del Caravaggio) lascia senza parole. Non meno quello della Vergine.

L’ala alta dell’angelo di destra iscrive in un tondo la scena insieme al drappo bianco che vediamo a sinistra. Il bianco di Caravaggio è, come sempre, una sciabolata di luce.

Nel turbine di ala e drappo, si inserisce il braccio dell’angelo di sinistra che cerca di trovare un punto di equilibrio. Sembra che il Merisi avesse lasciato il suo modello con la mano poggiata su una tavola per ore e la fisicità del braccio e della mano particolarmente intensa. La mano poi con le cinque dita aperte e il palmo schiacciato è una bella esecuzione.

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Caravaggio Nostra Signora della Misericordia: quattro scene e un Sansone

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Seppellire i morti, Visitare i carcerati

E’ interessante notare come al di sotto della scena celeste – laddove Caravaggio rappresenta le vicende terrene – la luce divida la tela in due metà. Quella di destra è caratterizzata dai bianchi (gli abiti) e dalla luce. Quella di sinistra dai chiaroscuri e dalla penombra.

Procedendo in senso orario, vediamo una parete. E’ quella di un carcere. Guardando bene, troveremo un paio di piedi che appaiono a mezz’aria senza il loro proprietario… che è ancora dietro la porta. Scherzi a parte, la scena racconta l’opera di misericordia seppellire i morti. Un sacerdote, la cui torcia da luce alla scena, prega (con la bocca socchiusa) mentre un monatto trascina il cadavere. Quella della sepoltura dei morti era un problema di salute pubblica prioritario ed una delle prime finalità per cui si impegnò il Pio Monte della Misericordia.

Poco più avanti e in primo piano nella tela, le due opere visitare i carcerati e dar da mangiare ai carcerati rappresentate in un’unica scena. L’immagine di una donna che offre il proprio seno a un carcerato si rifà alla vicenda di Cimone narrata da Valerio Massimo nel De Pietate in Parentes. Il vecchio, destinato a morire di fame in carcere, è salvato dalla figlia Pero che lo nutre al proprio seno. Il Pio Monte aveva riunito queste due opere con una terza, vestire gli ignudi, nella finalità di sostenere i poveri vergognosi.

La modella che posa come Pero per Caravaggio, potrebbe essere la stessa della serva nella Negazione di San Pietro.

Caravaggio Sette Opere Misericordia: dalla luce all’ombra

caravaggio nostra signora della misericordia napoli pio monte misericordiaSpostiamoci dalla luce all’ombra. Nella parte centrale della tela, un cavaliere è rappresentato nell’atto di tagliare il suo mantello per dividerlo con due figure a terra. Una si perde nell’ombra, l’altra è davanti a noi di schiena. Con la mano destra ha già afferrato il mantello mentre con la sinistra fa forza per mantenersi eretto. La posizione della mano cambia leggermente ma è la medesima postura della mano dell’angelo di cui abbiamo detto prima.

Evidentemente, la scena di ispira alla vicenda di San Martino. Qui Caravaggio collega due opere: visitare gli infermi e vestire gli ignudi. La prima delle due fu anche la prima opera intrapresa dal Pio monte.

Guardate con attenzione il cappello dell’uomo rappresentato dietro il cavaliere. Dal buio emerge una conchiglia cucita sul cappello stesso. E’ la conchiglia di San Giacomo ed identifica inequivocabilmente chi la porti come pellegrino. L’uomo che ha di fronte gli sta indicando qualcosa con un dito, probabilmente un luogo dove passare la notte. L’opera di misericordia è senza meno ospitare i pellegrini. Un’attività svolta dal Pio Monte in particolar modo in occasione degli Anni Santi.

Come inserito in una “V” formata dalle figure del pellegrino e del suo interlocutore, si propone in modo deciso una figura. I suoi tratti danno conto della sua forza: infatti si tratta di Sansone. Si sta dissetando dalla mascella d’asino con l’acqua miracolosamente inviatagli dal Signore.

Se volete approfondire l’opera di Caravaggio, qui di seguito trovate l’elenco completo dei suoi dipinti ed i link agli articoli di ArtePiù Caravaggio: tutte le opere

Se volete ammirare le opere di Caravaggio ancora oggi a Napoli, leggete Caravaggio a Napoli: un tour della città cercando il maestro

Pio Monte della Misericordia – Info utili

Napoli – Via dei Tribunali, 253
Telefono 081446944/73
https://www.piomontedellamisericordia.it/
Orari visita: lunedì – sabato: 9.00 – 18.00 / domenica 9.00 – 14.30
Ultimo ingresso 30 minuti prima della chiusura.

 

Fabrizio Sciarretta

Laureato in Economia alla LUISS e Master in Business Administration della Carnegie Mellon University di Pittsburgh, Fabrizio Sciarretta ha dedicato i primi anni della sua attività professionale al giornalismo economico. Rientrato dagli Stati Uniti, ha operato per circa un ventennio nella consulenza di organizzazione e direzione aziendale, ricoprendo incarichi di top management in Italia per due multinazionali americane del settore. Ha poi scelto la strada dell’impresa e da alcuni anni è impegnato come imprenditore nel settore della sanità. E’ stato membro dell'esecutivo di ANISAP Lazio e consigliere d’amministrazione di reti e raggruppamenti d’imprese. Lion da sempre, è stato presidente fondatore del Lions Club Roma Quirinale. Nel 2008 ha abbandonato la Capitale in favore della Sabina, e non se ne è pentito affatto.