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Astrid Raykovich: “Per favorire l’integrazione, gli immigrati devono mettersi sempre in gioco e non puntare solo sugli aiuti”

Intervista alla Presidentessa della “Consulta Comunale Di Cerveteri Dei Cittadini Migranti E Apolidi”

Astrid Raykovich – di Giovanni Zucconi

Qualche tempo fa abbiamo intervistato Nawal El Mandili, l’ex presidentessa della “Consulta Comunale Di Cerveteri Dei Cittadini Migranti E Apolidi”. Fu un’intervista, a cui partecipò anche suo figlio, molto intensa. In cui emersero problematiche come lo Ius Soli e la costruzione di una Moschea. Oggi vi proponiamo l’intervista della nuova presidentessa della Consulta, appena insediata, Astrid Raykovich. Si, ancora una donna alla guida. Ma stavolta proveniente dal continente sudamericano, anche se il suo cognome può trarre in inganno. Una colombiana al posto di una marocchina. Il tempo ci dirà se questo cambiamento modificheràin modo sostanziale la linea programmatica della Consulta, e di come verranno affrontate le varie problematiche. Ma diamo voce alla presidentessaAstrid Raykovich, che ringraziamo per la sua disponibilità. 

Lei è la seconda donna eletta come Presidente della “Consulta Comunale Di Cerveteri Dei Cittadini Migranti E Apolidi”. È un caso?

“Una spiegazione è che la maggioranza dei componenti della Consulta sono donne.”

C’è un motivo per questa maggiore partecipazione delle donne alla Consulta?

“Non le so dire esattamente. È evidente che la Consulta richieda un notevole impegno. E che quindi partecipano solo le persone che ritengono di avere il tempo e le capacità di contribuire fattivamente alla risoluzione dei nostri problemi.”

Secondo lei tutti i migranti sono stati sufficientemente informati sulla natura della Consulta?

“No, sicuramente la gente non è ben informata. Neanche io conoscevo l’esistenza della Consulta fino a quando me ne ha parlato una mia amica, e mi ha invitato alla prima riunione. Io ero molto scettica. Pensavo che fosse solo una perdita di tempo. Invece ho visto che partecipava anche la Sindaca e la vice Sindaca, e mi sono convinta che fosse una cosa seria. Mi sono convinta che non fosse una cosa superficiale, e che poteva essere utile per risolvere i nostri problemi.”

E si è convinta a collaborare…

“Si, ho deciso di partecipare anche io alla Consulta. E di mettercela tutta per contribuire insieme agli altri.”

E alla fine è stata eletta addirittura Presiedente della Consulta

“Si, con mia sorpresa sono stata eletta addirittura all’unanimità.”

Lei ha detto che i vostri problemi sono tanti. Quali saranno quelli che affronterà per primi?

“La prima cosa che vorrei fare è aprire lo sportello della Consulta. Così la gente ha un punto di riferimento. Che era già previsto. Ma, soprattutto a causa del Covid, non è mai partito veramente. Adesso lo vogliamo aprire regolarmente. Almeno due o tre volte la settimana.

Avete già i locali predisposti per questo sportello?

“Si, sarà aperto nel palazzo del Comune a piazza Risorgimento. Il portone è quello davanti la farmacia.”

Astrid Raykovich: "Per favorire l’integrazione, gli immigrati devono mettersi sempre in gioco e non puntare solo sugli aiuti"
Astrid Raykovich

E dopo aver riaperto lo sportello della Consulta, cosa di altro pensate di fare?

“Quando apriremo lo sportello sono sicura che saremo sommersi di richieste di cose da fare. Non ci mancherà certo il lavoro. I problemi di noi immigrati sono tanti. C’è il problema della lingua, dell’integrazione, delle scuole e del lavoro, per citare i principali. Per affrontarli dovremo naturalmente contare sempre sull’aiuto dell’Amministrazione, dei Consiglieri e di tutti i cittadini di Cerveteri. Noi non ci possiamo muovere da soli.”

Astrid Raykovich: “Per favorire l’integrazione, gli immigrati devono mettersi sempre in gioco e non puntare solo sugli aiuti”

Quanti sono gli immigrati a Cerveteri?

“Sono più di 3.000”

Il panorama dell’immigrazione a Cerveteri è estremamente vario. Ci sono stranieri provenienti da quasi ogni parte del mondo, e ognuno di essi ha uno suo specifico problema. Un Rumeno non ha gli stessi problemi di un Marocchino o di un Indiano, per fare un esempio. Come pensa di rappresentare in modo equo ed efficace tutte queste istanze così diverse?

“Noi non possiamo prendere in carico i singoli problemi, perché sarebbe molto complicato.Dobbiamo prendere in carico solo i problemi generali che hanno tutti quanti. Per esempio, la mensa scolastica o il trasporto per i bambini a scuola.”

Sono gli stessi problemi che hanno anche gli Italiani

“Credo proprio di sì. Siamo nello stesso paese (sorridendo).

Naturalmente un immigrato, a parità di problema,ha sicuramente più difficoltà ad affrontarlo

“Essere fuori del suo Paese, vivere dove non si parla la tua lingua e dove non conosci bene i diritti di cui puoi godere,non aiuta ad affrontare i problemi. La mancanza di informazioni che vive un immigrato appena arriva in Italia è una grande limitazione. Non sanno, per esempio, come e dove si fa un permesso di soggiorno, il codice fiscale o una carta d’identità. E noi della Consulta, con il nostro sportello, saremoa disposizione proprio per dare queste informazioni.”

Cosa vorresti chiedere agli immigrati per favorire il processo di integrazione a Cerveteri?

“Gli chiederei di mettersi sempre in gioco. Di cercare di lavorare. Di darsi da fare. Di non aspettare che le cose arrivino da sole nella loro casa. Quello è un errore enorme. Io penso che sia la problematica più grande. Penso che quando c’è un reddito di cittadinanza o altre cose simili, poi la gente può essere tentata di non fare nulla.”

E agli Italiani e al nostro Comune, cosa chiederesti?

Astrid Raykovich
Astrid Raykovich

“Agli Italiani chiedo un po’ più di opportunità per gli Immigrati. Che non si lascino tentare dal razzismo. Chiedo un po’ di collaborazione con le persone che vale la pena aiutare. Al Comune chiedo la stessa cosa. Ma sono ottimista in questo caso. In una delle nostre riunioni, sono venuti tutti. Sono venuti tutti i Consiglieri di maggioranza, tutti quelli di minoranza e tutta l’Amministrazione. Tutti insieme. È stato molto bello. E tutti insieme si sono dichiarati disponibili a darci una mano per aiutarci a risolvere tutte le nostre problematiche.”

Siete riusciti a mettere insieme maggioranza e opposizione su un obiettivo comune

“Per questo sono convinta che con la Consulta sia possibile fare un lavoro di squadra abbastanza importante.”

Un’ultima domanda. Qual è il suo rapporto con la Politica?

“Io sono apolitica. Qui in Italia è molto difficile dire sono di destra o di sinistra. Non sento in questo momento il bisogno di appartenere ad un partito politico. Ma probabilmente vivendo la Politica italiana più dal di dentro, in futuro potrò fare delle scelte. Noi immigrati, arrivando da fuori, non è che abbiamo tanta chiarezza sulla Politica italiana.”

Se per questo, nemmeno noi Italiani. Secondo lei tutti i componenti della Consulta sono apolitici?

“Secondo me, no. Ma a mio parere, per la Consulta non è necessario o utile essere vicini a un partito politico. Dobbiamo chiedere l’aiuto di tutti.”

La precedente presidentessa della Consulta non aveva mai chiesto la cittadinanza italiana. E lei?

“Io neanche. Sono stata sposata con un italiano per molti anni, e quindi ho un permesso di soggiorno senza scadenza. La cittadinanza mi servirebbe solo per votare. O per partecipare alla vita politica dell’Italia.”

E non ha intenzione di chiederla? “Lo farò sicuramente. Per me, dopo tanti anni, la cittadinanza è diventata importante. Me lo chiedono i miei figli e i miei nipoti. Tutti naturalmente con cittadinanza italiana. Voglio la cittadinanza anche per poter votare in futuro chi mi può rappresentare in Comune o nel Parlamento. E se in questa esperienza nella Consulta dimostrerà che il mio impegno sociale può portare risultati concreti, mi piacerebbe continuarlo come consigliere eletto. Già adesso, come presidente della Consulta, sono anche un consigliere aggiunto. Posso partecipare ai Consigli comunali come portavoce della Consulta.Per chiedere l’appoggio dei consiglieri alle nostre richieste. Ma senza diritto di voto. Adesso intanto cercherò di capire come funziona la macchina amministrativa. Poi vedremo…”

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