Bari

Bari in piazza contro il fascismo, la risposta al raid di CasaPound: "Mobilitazione straordinaria"

Alle 18,30 mobilitazione dopo l'aggressione e il ferimento di quattro manifestanti che avevano partecipato al corteo contro Salvini: attese più di 3mila persone. La Cgil: "Occorre schierarsi in maniera netta"
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E Bari si mobilita. Dopo il vile attacco con cinghie e tirapugni a quattro antifascisti che avevano partecipato, il 21 settembre, al corteo “Mai con Salvini”, più di 3mila persone, secondo le stime, questo pomeriggio si ritroveranno in piazza Prefettura per manifestare contro la violenza fascista. Hanno annunciato la loro adesione all’evento, che inizierà alle 18,30, anche il governatore Michele Emiliano e il filologo e storico Luciano Canfora, oltre a diversi partiti e associazioni, come Arcigay e il collettivo dell’Ex Caserma Liberata. “Occorre schierarsi in maniera netta e decisa contro ogni recrudescenza fascista. Quanto accaduto è gravissimo e richiede una mobilitazione straordinaria”, hanno scritto Cgil Puglia e Camera del Lavoro.

La manifestazione sarà blindata: le forze dell’ordine saranno infatti dispiegate nei pressi di alcuni obiettivi sensibili, per evitare “vendette” di estremisti di destra e sinistra. A partire dalla sede di CasaPound in via Eritrea, vicina al luogo dell’aggressione e sotto osservazione da venerdì notte, e ancora la sede di Forza Nuova in via Benedetto Croce, la caserma Rossani e la sede di Riprendiamoci il futuro dell’ex consigliere comunale Luigi Cipriani.

Intanto proseguono le indagini per accertare le responsabilità del raid contro l’europarlamentare Eleonora Forenza, il suo assistente Antonio Perillo, l’attivista di Alternativa comunista Giacomo Petrelli e Claudio Riccio, candidato alle Politiche con Leu.

Proprio nel circolo Krakne di CasaPound, venerdì è stata effettuata una perquisizione, così come a casa di Giuseppe Alberga, responsabile del circolo, ma l’esito – fanno sapere i suoi avvocati – è stato negativo. Le immagini riprese delle videocamere hanno consentito di identificare una decina di persone segnalate dalla Digos alla Procura, che li ha scremati dai primi 30 identificati subito dopo l’accaduto.