Bari

Taranto, 66enne picchiato da baby gang: sgomento in città. Il vescovo: "Emergenza educativa"

La morte di Angelo Stano potrebbe essere legate alle continue aggressioni subite da 14 giovanissimi. A Manduria nessuno ricorda "un fatto così grave". Solo due hanno precedenti, gli altri frequentano la scuola
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TARANTO - Sgomento e incredulità: sono alcune delle reazioni che si avvertono a Manduria dopo il clamore suscitato dalla morte di Antonio Cosimo Stano, il pensionato di 66enne che per alcuni anni  è stato vittima delle aggressioni di una baby gang, 14 giovanissimi, di cui 12 minorenni, ora indagati per omicidio preterintenzionale ed altri reati.

Solo due dei 14 giovani indagati hanno precedenti e sono conosciuti dalle forze dell'ordine. Gli altri sono sempre stati considerati 'bravi ragazzi', quasi tutti frequentano ancora la scuola, vivono in contesti familiari definiti 'normali', e, stando alle dichiarazioni dei loro legali, ora si dicono pentiti di quello che hanno fatto.

Dodici minorenni tra i 16 e i 17 anni e due maggiorenni di 19 e 22 anni sono stati iscritti nel registro degli indagati dalla procura dei minori e della procura ordinaria per i reati di omicidio preterintenzionale, stalking, lesioni personali, rapina, violazione di domicilio e danneggiamento.

Il vescovo di Oria nella cui diocesi ricade Manduria, Vincenzo Pisanello, commentando l'accaduto, parla di "emergenza educativa che deve essere risolta al più presto". Pisanello, che è presidente del Consiglio per gli affari giuridici della Cei e responsabile della tutela dei minori per i vescovi pugliesi, auspica "una maggiore sinergia la scuola, la famiglia e le parrocchie affinché i ragazzi possano responsabilizzarsi".

"Devono essere consapevoli dei propri diritti ma anche - sottolinea il vescovo - dei propri doveri e soprattutto percepire che è fondamentale la necessità del rispetto di tutte le persone in stato di temporanea o permanente debolezza e fragilità".

A Manduria si chiedono come sia potuto succedere, tanto più che la vicenda era in corso da tempo, ma sembrerebbe che in diversi episodi le aggressioni nei confronti del 66enne si siano verificate per strada e nessuno avrebbe mosso un dito per aiutare l'uomo. Solo da qualche giorno, infatti, la polizia del commissariato di Manduria è riuscita a risalire e ad identificare gli aggressori.

Pare, inoltre, che alcune parrocchie del paese abbiano cercato di prendersi cura dell'uomo ma soprattutto di allontanare e sciogliere le bande dei ragazzi che lo avevano  preso di mira. "Gli Orfanelli", questo il nome che la baby gang si era data.  Che però non era la sola a operare. Tratto distintivo, le foto e i video delle bravate fatti circolare su WhatsApp. "Il pazzo", "lu paccio" in dialetto: così gli aggressori identificavano Stano per evidenziare la sua condizione. E agli avvocati che hanno ascoltato in prima battuta gli aggressori, i giovanissimi hanno detto che lo facevano per gioco, che non si rendevano conto di quello che stavano facendo nei confronti dell'uomo.

"A Manduria non era mai accaduto un fatto così grave ed è ora che le istituzioni e la comunità comincino ad interrogarsi" dice Gloria Saracino, psicologa Asl Taranto che nel distretto orientale, dove ricade Manduria, si occupa di psicologia adolescenziale. "Il tessuto sociale si va deteriorando sempre più" commenta Roberto Di Mitri, animatore dell'oratorio vicino all'abitazione del 66enne.

"Personalmente - dichiara - ho ripreso tante volte i ragazzi che bullizzavano il signore, chiamato le forze dell'ordine, i genitori, ma senza risultato". Per anni, perseguitato e picchiato (anche con dei bastoni) sino a causarne probabilmente la morte, Antonio Stano, pensionato dell'Arsenale della Marina Militare di Taranto, è morto nella Rianimazione dell'ospedale Giannuzzi di Manduria dopo 18 giorni di ricovero.

Oltre all'accusa di omicidio preterintenzionale in concorso, i giovanissimi rispondono anche di danneggiamento, minacce, violazione di domicilio, aggressione e lesioni personali. Indagano sia la Procura della Repubblica che quella dei minori. I 14 - 12 minorenni e due maggiorenni - sono accusati di aver aggredito, rapinato e bullizzato l'uomo costringendolo infine a rinchiudersi in casa e a non alimentarsi per giorni.

Dall'autopsia - affidata al medico legale Liliana Innamorato di Bari - si attende una risposta fondamentale ai fini dell'indagine: se la morte dell'uomo è stata causata dai traumi e dalle percosse inflitte dalla baby gang, oppure è riconducibile a fattori patologici, magari aggravati sia dalle aggressioni ripetute, che in dallo stato di prostrazione in cui era caduta la vittima.

Il responso del medico legale arriverà in 60 giorni. A trovare Stano in casa in condizioni gravi lo scorso 6 aprile -  seduto su una sedia, non si muoveva da giorni - sono stati gli agenti del commissariato di polizia di Manduria. Si erano appostati per incastrare i ragazzi a cui da giorni davano la caccia.

Stano non era sposato e viveva da solo in casa. In famiglia ha un'anziana sorella, che risiede a Manduria, e un nipote che lavora al Nord e si prendeva cura di lui. A portare all'attenzione della polizia lo stato del pensionato, erano stati alcuni  vicini di casa, che hanno che denunciato le aggressioni nei suoi confronti da parte della baby gang che si introduceva nell'abitazione dell'uomo. Giunti sul posto, i poliziotti hanno dovuto convincere l'uomo per poter entrare in casa.

Dopo il ricovero in ospedale, il 66enne è stato sottoposto ad intervento chirurgico per due volte: perforazione gastrica ed emorragia. Da qui le sue condizioni si sono aggravate sino a sfociare nel decesso.