Sassuolo

Palazzo Ducale

Orari e Tariffe
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Storia dell'edificio
Pubblicazioni e Cataloghi
Luca Siligardi, Fasto e misura disegni di ornato per il Palazzo Ducale di Sassuolo, in Stefano Casciu, Sonia Cavicchioli, Elena Fumagalli, a cura di, Modena barocca, Firenze, Edifir, 2013, pp. 173-186.

Alberto Monti, Il Palazzo Ducale di Sassuolo: da castello a delizia attraverso il mutamento delle funzioni difensive, “Quaderni della Biblioteca”, 7.2007, pp. 21-89.

Filippo Trevisani, Il palazzo di Sassuolo: delizia dei duchi d’Este, Parma, Grafiche Step, 2005.

Vincenzo Vandelli, “Il magnifico castello del Principe Marco”: riflessioni sull’assetto castellano prima delle trasformazioni secentesche, “Quaderni della Biblioteca”, 4.2000, pp. 57-70.

Giorgia Mancini, Le decorazioni quattro e cinquecentesche del castello sassolese: prime indagini e riflessioni, “Quaderni della Biblioteca”, 4.2000, pp. 89-100.

Patrizia Curti, Gli arredi del castello da un inventario del ‘600, “Quaderni della Biblioteca”, 4.2000, pp. 71-75

Jadranka Bentini, Ducale Palazzo di Sassuolo passato presente e futuro, in Luisa Masetti Bitelli, Marta Cuoghi Costantini, Ripristino architettonico, Istituto Beni Artistici, Culturali e Naturali della Regione Emilia-Romagna, atti del convegno, Firenze, Nardini Editore, 1999, pp. 119-126.

Luciano Serchia, Il palazzo Ducale: 1990-1994, cinque anni di restauri, “Quaderni della Biblioteca”, 2.1996, pp. 211-221.

Vincenzo Vandelli, L’”immagine” del Principe d’Este nella facciata della Delizia di Sassuolo. Iconografia, autori e materiali in Marcello Fagiolo, Maria Luisa Madonna, a cura di, Il barocco romano e l’Europa, Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, Comitato Nazionale Berniniano, Centro di Studi sulla Cultura e l’Immagine di Roma, Roma, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, 1992, pp. 609-633.

Anna Colombi Ferretti, La decorazione pittorica del Palazzo Ducale di Sassuolo, in Daniele Benati, Fiorella Frisoni, coordinamento scientifico a cura di, L’arte degli Estensi, catalogo della mostra, Modena, Panini Edizioni, 1986, pp. 27-33.

Massimo Pirondini, Ducale Palazzo di Sassuolo, Genova, Spiga, 1982.
Piazzale della Rosa
Sassuolo (MO)
Tel: 0536 80 16 55, 389 267 3365
Arte
Le origini del Palazzo Ducale di Sassuolo risalgono al 1458. In quell’anno Borso d’Este, marchese di Ferrara, affidò il cantiere a Pietro da Ronchegallo che costruì il complesso sul sito dell’antico castello; Angelo degli Erri e Raffaele Calori presero parte alla decorazione, integrata poi dalle rifiniture in marmo di Jacopo Tagliapietra. Nella seconda metà del secolo il duca Ercole ampliò l’edificio, noto come La Rocca. Ceduto ai Pio da Carpi, il palazzo tornò agli Estensi nel 1609. Nel 1634 Francesco I° ne ordinò la ristrutturazione su progetti dell’architetto Bartolomeo Avanzini, che su richiesta del duca aveva partecipato ai cantieri berniniani.
All’interno gli spazi del cerimoniale furono articolati secondo una successione prospettica di sale di parata che si raggiungono percorrendo l’atrio, attraversando il cortile monumentale e salendo il grande scalone fino ad arrivare alla Galleria di Bacco, al Salone delle Guardie e agli appartamenti di corte. Le sale del palazzo furono affrescate da Jean Boulanger, protagonista della decorazione del complesso, da Gian Giacomo Monti, da Angelo Michele Colonna, Agostino Mitelli, Baldassarre Bianchi, Pietro Galluzzi, Pier Francesco e Carlo Cittadini che insieme agli scultori Lattanzio Maschio, Tomaso Loraghi, Pietro Veneziano e lalo stuccatore Luca Colombi interpretarono con fasto le ambizioni del duca, lasciando un’antologia straordinaria della decorazione barocca.
Completava gli spazi della corte un giardino principesco solcato da canali ed impreziosito da fontane, architetture e finte rovine. Fulcro della scenografia è la Peschiera: parte integrante del complesso progettata dall’Avanzini con la collaborazione del Vigarani.
Attualmente, il recupero e il riallestimento del Palazzo hanno reso accessibile l’area decorata. Al piano nobile, cui conduce lo Scalone d’Onore, si visitano gli Appartamenti Ducali: la Galleria di Bacco, l’Appartamento del Duca, il Salone delle Guardie l’Appartamento stuccato e quello della Duchessa, l’Appartamento di Orlando, quello delle Principesse e gli ambienti prospicienti il Secchia. Nelle sale che completano il percorso, restaurate dal 2009 al 2012 con finanziamento del Ministero, tra il 2014 ed il 2015 sono state allestite 374 opere (311 dipinti e 63 sculture) provenienti dai depositi della Galleria Estense di Modena.

CORTE ESTERNA, ATRIO, CORTILE D’ONORE

La corte esterna rappresenta il fulcro di raccordo sul quale prospettano la chiesa di San Francesco, l’accesso alla Peschiera e ai giardini, le Paggerie e l’ingresso al Palazzo Ducale, il cui prospetto, in posizione elevata sul piazzale, funzionava come fondale alle rappresentazioni di corte. In facciata, della decorazione originaria sopravvivono le sculture del carrarese Giovanni Lazzoni (La Primavera, L’Estate).
La Peschiera, struttura nota con il nome di Fontanazzo, si presenta come un “teatro d’acqua” sormontato dall’aquila estense ed innalzato lungo un tratto meridionale del fossato castellano. Destinata agli spettacoli ducali, la grande vasca dalla superficie scabra, organizzata su più livelli in forma di rovina, fu messa in opera con materiali come il tufo per richiamare gli apparati effimeri centro italiani e soprattutto la tipologia manierista della grotta.

SCALONE D’ONORE

Progettato da Bartolomeo Avanzini con la collaborazione di Gaspare Vigarani, lo scalone monumentale che immette agli Appartamenti ducali è decorato da statue di Lattanzio Maschio, Giovanni Lazzoni e Luca Colomba eseguite fra il 1647 e il 1650. Sul pianerottolo il gruppo marmoreo di Nettuno che rapisce Anfitrite, scolpito dal carrarese Andrea Baratta tra il 1687 e il 1690. Sullo sfondo una prospettiva architettonica celebra l’accoglienza della Casa d’Este.

PIANO NOBILE

Salone delle Guardie e sale adiacenti
Cuore del palazzo, il Salone delle Guardie rappresenta uno degli esiti più sorprendenti della grande decorazione illusiva dell’età barocca. Eseguiti tra il 1647 e il 1648 da Angelo Michele Colonna e Agostino Mitelli coadiuvati da Baldassarre Bianchi e Gian Giacomo Monti, gli affreschi fingono spazi illusivi abitati da musici e da spettatori che si affacciano tra le quinte. Sulla volta, lo sfondato dipinto da Angelo Michele Colonna (Le Muse che presentano ad Apollo le opere letterarie promosse dai duchi) celebra il mecenatismo della Casa d’Este e dichiara il programma di Francesco I° con le allegorie della Pittura, della Scultura, dell’Architettura e della Geometria raffigurate ai lati dell’ingresso.
Dal salone si accede alla camera della Fortuna protagonista dello sfondato sul soffitto (La Sorte bendata che fa cadere felicità o sventure dall’albero della Fortuna), eseguito nel 1640 dal quadraturista Ottavio Viviani e da Jean Boulanger, autore della fascia intermedia con Telamoni, Giove, Marte e Saturno, e degli episodi parietali collegati al tema della Fortuna. Si arriva poi alla Camera dell’Amore dipinta dal Boulanger e alla Camera delle Virtù estensi allusiva al buon governo dei duchi. Qui, le prospettive del Viviani inquadrano le figure del Boulanger che celebrano le imprese e le vittorie militari degli Este.
Completano il percorso la Galleria Piccola o delle Carte Geografiche, e una serie di camerini affrescati dal pittore francese.

GALLERIA DI BACCO

Ispirata alla moda europea delle gallerie passanti destinate a celebrare le ambizioni del committente, la Galleria di Bacco cui convergono gli ambienti di rappresentanza corre parallela alla facciata del Palazzo Ducale (1650-1652). In un intreccio di vegetazione, esempio straordinario di natura morta eseguito da Pier Francesco e Carlo Cittadini, Jean Boulanger, coadiuvato da Olivier Dauphine, raffigurò in 41 episodi le Storie di Bacco che qui alludono alla prosperità della natura, alla cultura e all’ordine civile e morale: un mito caro alla dinastia estense, già protagonista dei dipinti del Tiziano per i camerini di Alfonso I° al Castello di Ferrara e di nuovo evocato nel componimento in onore di Maria Farnese, andata sposa a Francesco I° nel 1637. Agostino Mitelli progettò la loggia illusiva realizzata da Gian Giacomo Monti e Baldassarre Bianchi.
Dalla galleria si accede agli appartamenti ducali.

APPARTAMENTO DELLA DUCHESSA

Nell’ Appartamento della Duchessa la dinastia estense è celebrata nella Camera dei Verdi o dei Medaglioni, decorata con medaglioni in cartapesta dorata con i ritratti di principi e principesse estensi. Nel vasto ambiente è esposto il ritratto di Francesco I° d’Este con la moglie Maria Farnese e i figli Alfonso e Isabella, opera di Nicolas Régnier. Seguono la Camera della Fede maritale con affreschi del Boulanger (Rodomonte in atto di uccidere Isabella, Artemisia che scioglie le ceneri di Mausolo nella bevanda, Penelope al telaio), la Camera dell’Innocenza con le Virtù dipinte dall’artista francese e le stanze dei Venti, di Giove, di Francia e di Spagna.

APPARTAMENTO STUCCATO O DOPPIO

Caratterizzato da una decorazione in stucco profilato in foglia d’oro eseguita tra il 1640 e il ’50 da Luca Colomba con interventi di Lattanzio Maschio, l’appartamento era arredato con quaranta tele del Boulanger, del Guercino e di Salvator Rosa, solo in parte ora conservati presso la Galleria Estense. Di qui si accede alla Camera della Fama o dei Cavalli affrescata sul soffitto dal Boulanger con l’allegoria de La nobiltà estense e la Fama e decorata alle pareti da ritratti equestri degli estensi: Alfonso I° (attr. Dosso Dossi), Francesco I°, raffigurato sullo sfondo della cittadella pentagonale da Ludovico Lana, Luigi e Borso d’Este. Segue la Camera di Fetonte, che prende il nome dalla Caduta di Fetonte affrescata dal Boulanger a partire dal mito raccontato da Ovidio. Episodi mitologici sono raffigurati in rilievo entro i medaglioni in stucco dorato di Luca Colomba. Da qui si passa alla Camera dei Sogni, affrescata sulla volta da Jean Boulanger (Il Sonno), alla Camera delle Fontane caratterizzata da una decorazione in stucco e oro e dalla copertura a ombrello, e alle camere della Musica, degli Incanti e della Pittura, ugualmente dipinte dal maestro francese.




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