7 agosto 2018 - 08:23

Provincia, FI vuole la presidenza
La Lega avverte: «Nessun inciucio»

Il coordinatore provinciale e consigliere regionale Paolo Franco, insieme a Sorte: «Tocca a noi, magari con il Pd». Belotti per il Carroccio: «Stiamo calmi, non è un poltronificio»

di Fabio Paravisi

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Paolo Franco
Paolo Franco

Riassumendo: saranno pochi i candidati, per legge, competenze e tempo a disposizione; saranno pochi anche gli elettori perché, spiegano, si voterà in un giorno lavorativo; e saranno ancora meno i mezzi a disposizione di chi sarà eletto e quindi servirà qualcuno che magari non abbia problemi economici. Alle elezioni per il nuovo presidente della Provincia mancano ancora tre mesi, ma i partiti si stanno già destreggiando fra alleanze, richieste, paletti, promesse, minacce. Con Forza Italia che dice: «Il nome migliore per fare da presidente deve uscire dalle nostre fila» e la Lega che rintuzza: «La Provincia non è un poltronificio». E il Pd che, non potendo fare molto di più, spera in un’alleanza complessiva. Il presidente uscente Matteo Rossi, Pd, si prepara ad abbassare la saracinesca e intanto dà un’occhiata a quello che potrebbe succedere il 31 ottobre.

Quel giorno tremila consiglieri comunali dovranno scegliere tra la settantina di sindaci candidabili: «Sulla carta — calcola Rossi — c’è un 42 a 58 per il centrodestra unito, ma il 70% degli amministratori non ha tessera di partito. Per questo il profilo del candidato presidente può spostare gli equilibri. Ai nastri di partenza nessuno ha la vittoria in mano».

Daniele Belotti
Daniele Belotti

Ognuno fa i suoi calcoli, come il deputato forzista Alessandro Sorte che si riferisce al voto ponderato. Cioè il valore delle preferenze di un elettore in proporzione alla popolazione del suo Comune: «A livello nazionale la Lega avrebbe il triplo dei nostri voti, ma nel voto ponderato il Pd è al 38%, la Lega al 25% e il restante 35% appartiene al nostro mondo, moderato e civico». In base a questa logica «come presidente serve una persona che rappresenti tutti, moderata ed equilibrata, una persona che faccia sintesi fra Lega e Pd». Andando per esclusione, quindi, un forzista. Lo conferma il segretario di Forza Italia Paolo Franco: «Noi vogliamo una convergenza con la Lega, e se anche il Pd ci sta meglio per tutti, ma il candidato presidente dev’essere nostro».

«Ma Forza Italia deve capire che la Provincia non è un poltronificio dal quale nominare gente qua e là, devono stare calmi — avverte il deputato leghista Daniele Belotti —. Questa fregola di Forza Italia si scontra con i nomi a disposizione, lasciamo perdere adesso discorsi sugli inciuci».

Matteo Rossi
Matteo Rossi

Nomi possibili ce ne sono: per il Pd Mauro Bonomelli, Marco Milesi, Claudio Bolandrini; per la Lega Stefano Locatelli, Massimo Bandera e Marzio Zirafa; per Forza Italia Angelo Migliorati e Fabio Ferla. Ma visto che si tratta di una persona che dovrebbe lavorare molto in cambio di zero euro e nel frattempo fare anche il sindaco, i criteri di scelta da parte dei loro stessi partiti devono considerare anche aspetti brutali. «I candidabili sarebbero 70 ma quelli reali saranno una decina — osserva Belotti —. Si tratterà di una persona rappresentativa, che abbia esperienza di amministratore ma anche tempo libero». «È incredibile ma si deve fare gratis un lavoro a tempo pieno — aggiunge Sorte — quindi si deve avere un’attività propria o fare il sindaco di mestiere». Questo, specifica Sorte, «in un voto che sarà di mercoledì e quindi con meno gente che potrà andare a votare».

Nei mesi scorsi molti presidenti uscenti hanno tentato di prorogare la data del voto, fissata solo nei giorni scorsi. E qualcuno indica nella scelta del 31 ottobre anche la volontà di anticipare le nomine dei rappresentanti delle Province lombarde in Fondazione Cariplo. «Ma se anche fosse rimasto Rossi quei nomi li avremmo indicati noi, era negli accordi fin dall’inzio», chiariscono in Forza Italia. «Certe nomine — taglia corto Belotti — non le può fare il vecchio presidente a fine mandato e in proroga: deve farle il nuovo». «Non capivo la fretta del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giorgetti per votare il 31 ottobre — riflette Rossi — ma quando ho pensato a quelle nomine il pensiero mi è venuto».

In realtà la Lega punta a riformare le Province per farle somigliare a ciò che erano una volta: c’è una proposta di legge in Senato. «Vogliamo cancellare la Delrio e ridare dignità alle Province — dice Belotti — ma ora c’è troppa carne al fuoco, non ci sono i tempi». «Chi sarà eletto dovrà lavorare nelle mie condizioni, e non lo auguro a nessuno — conclude Rossi —. È inutile andare allo scontro, sarebbe bella un’assunzione di responsabilità da parte di tutti».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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