«Sono finito in Terapia intensiva per una encefalite virale trasmessa da una banale puntura di zanzara, una banale puntura che mi ha portato in pericolo di vita, facendomi passare giorni che non augurerei al peggior criminale al mondo». Il vicepresidente del Senato Roberto Calderoli lo scrive sulla sua pagina Facebook. Bergamasco, 62 anni, leghista della prima era, quella delle camicie verdi e del senatùr Umberto Bossi, Calderoli era atteso alla Berghem Fest di Alzano Lombardo sabato primo settembre insieme a Mariastella Gelmini. È uno degli appuntamenti storici del Carroccio orobico, quello a cui lui dice di essere legato di più. «Sono dispiaciuto, anzi addolorato, di non poter partecipare per la prima volta dopo circa 27 anni», spiega il leghista, raccontando del dramma vissuto la scorsa settimana con un ricovero urgente all’ospedale San Raffele di Milano e ora la convalescenza nella sua villa sui colli di Bergamo. «Sta bene», assicurano i suoi collaboratori.
«Adesso posso scherzarci un po’ su per sdrammatizzare — scrive Calderoli con il suo solito spirito — ma stavolta l’ho proprio vista brutta, anche se ancora una volta l’ho scampata, ma come mi ha ricordato il mio medico è vero che ho sette vite come i gatti però adesso devo stare attento perché almeno quattro le ho già usate... Se ora sto riprendendomi, se posso essere qui a raccontarvi questa mia brutta disavventura, è solo grazie allo straordinario lavoro svolto da un’eccellenza della nostra sanità lombarda quale è l’ospedale San Raffaele di Milano, struttura che già in passato mi aveva curato nel migliore dei modi, e che ha affrontato come meglio non si poteva questa emergenza».
Il senatore si dice pronto a tornare sul campo il prima possibile. «Ora — conclude — devo giustamente seguire un periodo di convalescenza, ma appena sarò in grado tornerò a combattere le mie battaglie di sempre, con ancora maggiore forza e determinazione».