18 giugno 2018 - 07:47

Le comunità islamiche di Bergamo: «Moschea, i fondi del Qatar ci sono» L’apertura di Gori scalda la Lega

I fedeli: «Ma è necessaria la volontà politica, i finanziamenti si troveranno». Al momento una parte dei soldi vincolata al procedimento giudiziario. Il Carroccio: «Se il programma di Gori è questo a noi va benissimo»

di Silvia Seminati

La preghiera all’aperto per la fine del Ramadan a Bergamo (foto Manzoni/LaPresse) La preghiera all’aperto per la fine del Ramadan a Bergamo (foto Manzoni/LaPresse)
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Il sindaco di Bergamo Giorgio Gori non ha ancora deciso se, nel 2019, si ricandiderà. Ma di una cosa è già convinto: «La prossima giunta, se vinceremo, dovrà definire le condizioni urbanistiche per consentire agli islamici di realizzare moschee regolari». L’ha detto l’altra sera alla festa del Pd di Scanzorosciate. Il suo pensiero non è passato inosservato: la Lega è già pronta a dare battaglia su questo punto in campagna elettorale. Ma Gori, se dovesse ricandidarsi ed essere rieletto, dovrà anche vedersela con la Regione: negli ultimi tre anni, è stato reso di fatto impossibile, a livello normativo, per i Comuni lombardi dare il via a nuove moschee e questo potrebbe ripetersi. Al netto di queste incognite, l’idea di Gori piace agli islamici di Bergamo. A partire da quelli del Centro di via Cenisio.

«Non abbiamo mai abbandonato il progetto di fare una moschea — dice il presidente di via Cenisio, Mohamed Saleh —. Questo passo dev’essere però fatto con certi criteri: bisogna agire con trasparenza e nel rispetto della legge, come noi abbiamo sempre fatto». Il presidente Saleh allude così a quello che è successo un paio di anni fa, quando l’ex presidente del Centro, Imad El Joulani, aveva acquistato un immobile con i soldi della Qatar Charity Foundation. E Saleh, a quei tempi vice presidente, l’aveva denunciato, accusandolo di aver ottenuto quei soldi sfruttando il nome del Centro islamico. «Sono convinto — dice Saleh — che alla fine di questa battaglia giudiziaria la verità verrà a galla. Poi riprenderemo l’idea della moschea: la Qatar Foundation non vuole abbandonare il progetto, anche perché ha un impegno morale nei confronti di chi ha donato. Sono consapevole che non sarà facile riuscire ad avere la moschea, ma nulla è stato semplice per noi dagli anni ‘90 a oggi. Adesso però c’è meno diffidenza nei nostri confronti e questo potrà aiutarci nel realizzare il progetto. Se poi c’è anche la volontà politica di farci fare la moschea, io ne sono contento».

Nemmeno il Comitato musulmani di Bergamo ha abbandonato l’idea di avere una moschea in città. «Ci pensiamo ancora, assolutamente sì — dice il portavoce Youssef Ait Abbou —. Attualmente noi preghiamo in un magazzino, sotto il viadotto di Boccaleone: quello non è un vero luogo di culto. Ci piacerebbe poter costruire non solo un posto in cui pregare, ma un centro aggregativo, che assomigli agli oratori bergamaschi. I soldi non sono un problema: tutte le moschee in Lombardia sono state costruite con le offerte dei fedeli, potremmo pensare a una raccolta fondi a livello nazionale. Ci piacerebbe però che il Comune ci portasse a un tavolo, per costruire insieme all’amministrazione questo progetto».

Prima di tutto questo, il centrosinistra dovrà però provare a vincere di nuovo le elezioni in città, sapendo che la Lega, proprio su questo punto del programma, non farà sconti. «Il programma del centrosinistra per il 2019: consentire agli islamici di realizzare moschee a Bergamo città», è il commento su Facebook del consigliere e deputato leghista Alberto Ribolla, dopo l’uscita di Gori dell’altra sera. E poi, rivolto al centrosinistra, Ribolla aggiunge: «Continuate pure, anzi, inserite nel programma la costruzione di moschee. A noi va benissimo che lo facciate». La campagna elettorale è soltanto all’inizio.

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