25 giugno 2018 - 15:20

Bimbo disabile, niente Cre
«Serve l’accompagnamento»

Ciserano, il parroco spiega. Il papà: «È dura ottenere assistenza». Da solo, il genitore lavora anche d’estate, quando il figlio non ha nemmeno l’indennità che riceve invece durante i mesi scolastici

di Tommaso Accomanno

Il piccolo Jacopo con il suo cane lupo preferito Il piccolo Jacopo con il suo cane lupo preferito
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Sullo smartphone guarda filmati su YouTube e sorride. Sta seduto sul tavolino, cuffie bluette e occhiali neri. Indossa una canottiera, di quelle smanicate che si portano d’estate, e pantaloncini corti di cotone. Ha la mania dei coltelli, i medici dicono sia perché gli danno un senso di protezione, e per i telefoni. Mangia di tutto, in particolare le lasagne.

Jacopo ha 14 anni, compiuti a maggio, ma l’anno prossimo andrà in terza media e non, come la maggior parte dei suoi coetanei, in prima superiore. Ma non è stato bocciato. La sua scuola è stata fino a quest’anno (appena concluso) la Abate Bravi di Cologno, ma a settembre andrà ad Arcene. «Per legge avrebbe dovuto avere un’assistenza completa di 30 ore settimanali mentre a Cologno ne ha avute solo 8 alla settimana e, a volte, era costretto a non andare a mensa perché non era completamente autonomo — spiega Erich Rota, 64 anni, padre di Jacopo —. La speranza è che ad Arcene ci sia l’assistenza completa».

Jacopo è disabile. L’estate è iniziata e vorrebbe andare al Cre, all’oratorio, a divertirsi, ma non è semplice. «Ha un ritardo mentale, è invalido al 100% — racconta il papà, titolare dell’“Oasi dei cuccioli di Jacopo”, azienda di allevamento e addestramento per cani, oltre a pensione per gatti a Treviglio, che ha realizzato con il nome del figlio circa un anno fa —. Non sa né leggere né scrivere, non conosce il valore dei soldi. Ha bisogno di assistenza continua». Vive con il papà a Pontirolo, Jacopo, e spesso, quando non è a scuola, sta con lui all’«Oasi», è affezionatissimo a un pastore tedesco, tutto suo. La mamma non vive con loro, ma l’affidamento è congiunto, a entrambi i genitori. Il problema arriva d’estate: il papà lavora molto soprattutto nei mesi caldi, quando i clienti vanno in vacanza e gli lasciano gli amici a quattro zampe. Rota non riesce a occuparsi del figlio 24 ore su 24.

Più risorse finanziarie sarebbero la soluzione a molti problemi, «ma io non ho grandi possibilità e in Italia se hai un bambino disabile sei abbandonato a te stesso— racconta il papà —. Jacopo percepisce l’indennità scolastica di 280 euro al mese da settembre a maggio, ma d’estate nulla. L’Asl di Verdello, in particolare la sezione di neuropsichiatria infantile, l’ha dichiarato disabile totalmente ma dalla commissione dell’Inps di Romano, non essendo un disabile motorio, non gli hanno concesso l’accompagnamento anche nei mesi estivi. In più i comuni non hanno abbastanza fondi». Il papà ha provato a fare domanda in alcuni Cre, vicini al suo luogo di lavoro, ma con scarso successo: «Il problema è che senza l’accompagnamento dal comune o dell’Inps gli oratori non si assumono la responsabilità e il mio bambino viene rifiutato, come è successo a Ciserano, dove il don dell’oratorio non ha accettato di inserirlo», spiega ancora il padre. «Noi senza il permesso del comune non possiamo inserire nel gruppo un bambino disabile, prima è necessario fare richiesta, come abbiamo suggerito — spiega il parroco don Sergio Morandi —. Noi qui abbiamo tre ragazzi con disabilità e per ognuno sono state stabilite delle ore di accompagnamento». Ora Jacopo va ad Arcene, «solo di pomeriggio, perché tutta la giornata per lui è troppo senza qualcuno che lo segua continuamente». Ad Arcene è «in prova»: «L’altro giorno, ad esempio, non è potuto andare perché i bambini erano in gita e lui, senza accompagnamento, non può essere portato».

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