9 luglio 2018 - 08:23

Elezioni 2019 a Bergamo, le strade (tutte in salita) delle candidature in rosa

Lega e Forza Italia non hanno un nome, ma Pergreffi e Gallone restano ipotesi complicate. Ribolla al momento è il nome più forte del Carroccio

di Simone Bianco

Alberto Ribolla (primo a sinistra) e Simona Pergreffi (prima a destra) con gli altri parlamentari leghisti Alberto Ribolla (primo a sinistra) e Simona Pergreffi (prima a destra) con gli altri parlamentari leghisti
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Angela Merkel è lì che governa la Germania da 13 anni. In Italia all’orizzonte non si vede nulla del genere. Ma ammettiamo che pretendere un premier donna sia troppo. Un sindaco, almeno un sindaco in una città medio-grande? Le colleghe di Virginia Raggi si contano sulle dita di una mano. A Palazzo Frizzoni una donna non ci è mai arrivata e, in realtà, si ricorda una sola vera candidatura, quella di Luciana Frosio Roncalli per la Lega nel 2004. Da allora, nulla, a meno di non voler conteggiare la corsa alle primarie del centrosinistra di Nadia Ghisalberti nel 2014. Il 2019 si annuncia diverso? Le strade che conducono a candidature femminili sono quanto meno contorte. Ma non impossibili.

Lega

«Tocca a noi», ha detto il segretario della Lega Lombarda, Paolo Grimoldi, parlando del prossimo candidato del centrodestra in città. Un’ipotesi seria, dunque è che a sfidare Giorgio Gori (vedremo poi la questione ricandidatura) sia un leghista. Ma chi? In città la scelta più semplice sembra portare ad Alberto Ribolla, deputato e capogruppo molto attivo in Consiglio comunale. Trentenne ma impegnato da anni sui temi cittadini, persino Daniele Belotti (segretario uscente e altro fresco deputato) preferirebbe il nome di Ribolla al proprio. Non tutti dentro la Lega però sono convinti che sia il nome giusto. Si cerca così anche fuori dal partito, tra quella che a sinistra si chiamava società civile, gente senza tessera ma vicina politicamente. Professionisti, imprenditori. Si cerca da un po’, per la verità, ma non sembra si sia trovato molto. Così si riguarda meglio in casa e bisogna registrare altre ipotesi tutte da verificare, ad esempio Silvia Lanzani (già assessore provinciale). E, come ha detto Grimoldi, se servirà i parlamentari verranno richiamati sul territorio. È successo con Claudia Terzi, riportata in Regione. Dunque, perché non a Simona Pergreffi per Palazzo Frizzoni? Altra neo parlamentare, ha fatto il sindaco ad Azzano San Paolo per quasi un decennio e ha messo più di una volta in difficoltà Gori sul campo di battaglia dell’aeroporto. Eppure, nonostante la Pergreffi sia un’ultrasalviniana, è un’ipotesi ancora acerba.

Forza Italia

La Lega è da sempre alle prese con qualche difficoltà a esprimere nomi forti in città. Un problema serio, basti vedere cosa è successo a Brescia, dove in mancanza di un candidato valido il centrodestra è stato battuto già al primo turno, pur nel momento di minimo storico del Pd. E così come nel 2009 e nel 2014 il Carroccio fu il principale sostenitore di un candidato di tutt’altra provenienza, Franco Tentorio, nel 2019 potrebbe succedere qualcosa di simile. Nel senso che il nome di Alessandra Gallone piace, piacerebbe, diciamo, se l’interessata fosse interessata. La senatrice di Forza Italia era stata già sondata seriamente come candidato sindaco per il 2014, quando appariva probabile un ritiro dalle scene di Tentorio dopo il primo mandato. Non se ne fece niente e lei passò da FdI a FI. Oggi difficilmente accetterà di lasciare Palazzo Madama. E comunque in questo senso sarebbe decisiva proprio la Lega. Se Forza Italia — che non ne ha la forza — dovesse esprimere un candidato in autonomia, in città probabilmente oggi punterebbe sull’ex vicesindaco Gianfranco Ceci.

Pd

Sono storie che si assomigliano, quelle delle donne del centrodestra e quella di Elena Carnevali. Molto vicina a una candidatura a sindaco nel 2014, decise poi di restare alla Camera lasciando strada a Giorgio Gori. Nel Pd oggi si fanno scongiuri di ogni genere perché il sindaco non rinunci a ricandidarsi. Ma potrebbe anche succedere. A quel punto, si dovrebbero fare i conti con poche alternative. Una delle quali sarebbe certamente Elena Carnevali. L’altra possibilità sarebbe puntare sul vice di Gori, Sergio Gandi.

M5S

Non pervenute, per ora, ipotesi di nomi femminili in città. Le militanti di Bergamo che si candidarono alle parlamentarie non ebbero risultati brillanti, almeno non abbastanza per l’elezione. Sempre che davvero i cinquestelle siano interessati a costruire una candidatura forte piuttosto che ad aiutare il centrodestra a battere Gori (o chi per lui) al ballottaggio.

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