16 ottobre 2018 - 12:46

Costrette a prostituirsi con riti magici La polizia arresta tre persone

L’organizzazione agiva lungo la provinciale all’altezza di Osio Sotto. Tra le persone in manette anche una ex guardia giurata

di Redazione Bergamo On line

Operazi0ne anti prostituzione Operazi0ne anti prostituzione
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Tre persone sono state arrestate dalla Squadra mobile della questura con l’accusa di costringere alla prostituzione alcune ragazze. Le giovani venivano fatte arrivare dalla Nigeria con il sogno di fare le modelle, ma poi venivano irretite con riti sciamanici e costrette a prostituirsi nella zona di Osio Sotto fino a quando ripagavano il loro debito. In manette la «madame», una nigeriana di 44 anni, la figlia, la figlia di 22 anni che si prostituiva ed era incaricata di incassare il denaro, e il compagno della madre ex guardia giurata di Cassano d’Adda che si appostava per tenere sotto controllo la situazione.

L’indagine della Squadra Mobile di Bergamo è partita alla segnalazione di una ventenne nigeriana, che ha denunciato la sua esperienza ai volontari di un’associazione anti-prostituzione. La giovane ha raccontato che, nel 2015, aveva deciso di lasciare la Nigeria grazie al supporto della connazionale che l’aveva convinta a venire in Italia, facendole contrarre un debito di 35mila euro, che la giovane vittima avrebbe poi estinto svolgendo la professione di modella. Una volta giunta in Italia, nel dicembre 2015, però la donna aveva cambiato versione. Per estinguere il suo debito la ventenne avrebbe dovuto prostituirsi a Osio Sotto, insieme a sua figlia, e per convincerla la donna ha parlato di un rito voodoo, il «Juju», un «giuramento debitorio» messo in atto in Nigeria. Si tratta di un giuramento sciamanico affinché le ragazze mantengano la fedeltà all’impegno preso, realizzato da uno sciamano o da un cosiddetto «medico nativo» con pezzi di vestiti, di unghie, di capelli o di peli pubici mescolati a gocce di sangue. Il rituale stabilisce una catena molto potente fra i trafficanti che finanziano il viaggio e le donne che devono ripagare quel viaggio. In questo modo la vittima era costretta a prostituirsi, guadagnando dai 30 ai 50 euro per ogni prestazione, che consegnava direttamente alla banda.

Fino al febbraio 2017, quando estinto interamente il suo debito, ha ottenuto il passaporto che la «madame» fino ad allora si era rifiutata di restituirle. Sulla base delle poche informazioni fornite dalla vittima, la Squadra Mobile ha identificato la «madame», ovvero Ojo Joy, la figlia Love Ogbemuda, e il compagno di quest’ultima, Gian Pietro Verna, di Cassano d’Adda, già guardia giurata, che dava un solerte ausilio alle donne.

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