12 aprile 2019 - 16:00

Forza Italia, i 32 candidati (ottimisti): «Vinciamo già al primo turno»

Ceci capolista: la città rialzi la testa. Benigni: persone nuove e profondi conoscitori di Bergamo. Gallone: lista motivata

di Fabio Paravisi

Il gruppo di Forza Italia si presenta con una squadra  di 18 uomini e 14 donne Il gruppo di Forza Italia si presenta con una squadra di 18 uomini e 14 donne
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La sede è pronta, manca solo l’arredamento. È in via Borfuro ed è quella già usata da Franco Tentorio (ma dieci anni fa, quando ha vinto). Per gli slogan, Forza Italia ne sta scegliendo uno fra tre, con uno stile un po’ da spot del supermercato: «Dalle cose alle persone», «Bergamo nel cuore» e «Dalle periferie al centro». Ma la lista è pronta: 18 uomini e 14 donne.

«È a 360 gradi, alterna persone nuove e profondi conoscitori della città — spiega il deputato Stefano Benigni che l’ha composta —. Bergamo deve rialzare la testa, ci sono troppi problemi gestiti in modo disastroso. Gori adesso taglia i nastri, ma in cinque anni aveva tagliato solo quelli di opere del centrodestra».

«C’è gente motivata — aggiunge la senatrice Alessandra Gallone, che non si ricandida per la prima volta dal 1995 —. Criticare è facile, più difficile è diventare paladini della città e sentinelle del territorio. Anche un semplice consigliere può lasciare un segno importante». Invita a parlare con la gente e «segnarsi tutto su un foglio di carta».

C’è grande sfoggio di ottimismo: sia Benigni che il capolista Gianfranco Ceci si dicono sicuri di «vincere già al primo turno». Ma ci si vuole distinguere sia dagli avversari che dagli alleati: «Siamo distanti dal Pd e distinti dalla Lega — precisa il deputato Alessandro Sorte —. Dove ci siamo noi ci sono meno tasse e meno sprechi, più servizi e più sicurezza». Mentre con il centrosinistra, ricorda Gallone, «tutto si ferma, come abbiamo visto con Gori e con Vicentini».

Quindi all’attacco dell’amministrazione uscente: «Ha fatto le cose ma senza ascoltare le persone», accusa Ceci, che si proclama «capitano di questa squadra». Sei punti in programma. Alcuni impegnativi, come «far diventare Bergamo capitale italiana o europea del volontariato e capitale europea dell’arte e della cultura», perché «è vero che siamo Unesco» ma «non c’è vera spinta». Altri opinabili come le opere da fare («il Donizetti è al palo, Sant’Agata è al palo») o il collegamento con Orio («ne serve uno, in treno o altro»). Seguono: la sicurezza («andate la sera in stazione»), la mobilità («un disastro: io avevo fatto un Piano del traffico») e le periferie: «non si ascoltano i quartieri».

In lista con Ceci ci sono Desilia Boccardo, Leandra Pavorè, Francesco Benigni, Bruno Boffelli, Laura Capella, Alessandro Culotta, Luca Dalvai, Raimondo D’Avanzo, Angiolo Galbiati, Giuliana Ghinetti, Vincenzo Giordano, Simone Giudici, Damina Gotti, Andrea Grassi, Giovanni Lomartire, Stefano Lorenzi, Stefano Maggioni, Elisabetta Maio, Antonia Laura Marino, Domenico Simone Merigo, Paola Missale, Sergio Moroni, Mariaraffaella Napolitano, Valentina Paleni, Valentina Pedretti, Anisa Rama, Giuseppe Rampolla, Cristina Rossi, Antonella Rosso di San Secondo, Giuseppe Tironi e Manlio Filippo Zampetti.

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