27 febbraio 2019 - 10:05

Bergamo, candidato del centrodestra nelle mani di Salvini

Fra Lega e Forza Italia continua la situazione di stallo, che coinvolge anche Comuni più piccoli ma anche capoluoghi di altre province

di Fabio Paravisi

Matteo Salvini Matteo Salvini
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Un candidato sindaco leghista c’è: si chiama Michele Sarchielli e si presenterà alle elezioni di Almenno San Salvatore. Così come ce ne sono a Telgate e Grassobbio, di cui si è discusso al direttivo provinciale leghista di lunedì. «Sono tanti, dobbiamo occuparcene un po’ alla volta», dice un membro del direttivo. Ma non è per questo che, invece, il nome del candidato sindaco di Bergamo per il centrodestra non è ancora approdato all’ordine del giorno del tavolone verde di via Cadore. «Non ne sappiamo niente di niente», taglia corto un deputato all’ennesima richiesta di informazioni. Affermazione che chiarisce come stanno le cose: non si tratta di capire lo stato delle trattative con Forza Italia ma di sapere cos’ha deciso chi sta trattando. Nella fattispecie, il segretario lombardo leghista Paolo Grimoldi e la coordinatrice regionale di Forza Italia Mariastella Gelmini (mentre a livello locale il commissario leghista Giulio De Capitani a due settimane dalla nomina non ha ancora contattato i vertici di Forza Italia). «Sappiamo che Gelmini e Grimoldi si sentono spesso — dicono in casa leghista —. L’unica speranza è che arrivi una decisione da Matteo Salvini al direttivo federale della settimana prossima, ma dipenderà dai suoi impegni». Perché, si ripete, la decisione rientra in un quadro più ampio che coinvolge altre città. Non solo, a cascata, quelle più piccole come Dalmine e Romano, dove i partiti hanno gli uomini pronti e aspettano con il freno a mano tirato. Ma anche gli altri due capoluoghi lombardi al voto in maggio.

A Cremona il candidato quasi sicuro è il leghista Alessandro Zagni. A Pavia i leghisti sono ottimisti, ma si chiarisce: «Siamo in altissimo mare». La situazione nel Pavese è diversa da quella bergamasca. Nel senso che a fronte di un centrosinistra diviso e senza candidato, c’è una Forza Italia che al voto di un anno fa ha portato a casa il migliore risultato lombardo con il 18% e spinge per Antonio Bobbio Pallavicini, e una Lega altrettanto forte che conta sulle pressioni del ministro Gianmarco Centinaio e propone Matteo Mognaschi. «Stiamo aspettando», dicono i pavesi.

Così come a Bergamo sta aspettando Forza Italia. Che sta ragionando come creare una lista di partito, e se creare una lista di supporto al candidato oppure utilizzare la mobilitazione «civica» di Attilio Fontana con la sua Lombardia Futura. Che in città sta vedendo Danilo Minuti dialogare, assicura lui, «con molta gente senza tessera ma con voglia di darsi da fare al di fuori dai partiti». Anche il candidato sindaco ufficiale Gianfranco Ceci ha deciso di aspettare a mettersi in moto, ottenendo nel frattempo da Milano rassicurazioni sul proprio ruolo. «Attendiamo anche noi di capire cosa decideranno i dirigenti — commenta Ceci —. Ma è evidente che bisogna stringere i tempi e che, come hanno dimostrato anche le elezioni di domenica, solo uniti si vince».

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