18 gennaio 2019 - 12:04

Nuovi spazi per il centro islamico
Imeri: ma non sarà una moschea

L’associazione El Badere acquista i locali attorno alla sala di preghiera e inizia i lavori. Forza Italia: zona già congestionata

di Pietro Tosca

Nuovi spazi per il centro islamico Imeri: ma non sarà una moschea
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Il centro islamico di Treviglio si espande e triplica i suoi spazi. Sono iniziati nei giorni scorsi alla chetichella i cantieri in via Vittorio Veneto dove ha sede da 15 anni la piccola moschea della città. A gestirla l’associazione El Badere che ufficialmente dovrebbe offrire ai credenti musulmani uno spazio culturale, ma come tutti gli spazi di questo tipo in realtà offre soprattutto una sala preghiera, insomma una moschea in miniatura. Uno spazio che può ospitare al massimo un centinaio di fedeli, ormai angusto rispetto alle necessità della comunità islamica: in città gli immigrati musulmani sono oltre 3mila.

La sala di El Badere, è situata in una via a ridosso della Stazione centrale di Treviglio e proprio grazie allo snodo ferroviario attira fedeli anche dai paesi circostanti. Un afflusso che nei primi anni aveva portato a tensioni con i residenti italiani soprattutto il venerdì, il giorno della preghiera con sovraffollamento nella sala ma anche parcheggio selvaggio lungo la strada. Per ovviare l’associazione aveva istituito dei turni. Più volte l’associazione ha presentato delle osservazioni al Piano di governo del territorio chiedendo che in città venisse individuata un’area destinata a edifici religiosi. Proposta sempre bocciata dalla maggioranza di centrodestra. Per questo l’associazione ha cercato una soluzione alternativa fino ad acquistare lo stabile di una 80enne, Irma Comotti, che confina con la sua attuale sede. Si tratta di un edificio su due piani: al pian terreno c’è uno spazio di lavoro di 300 metri quadrati in passato adibito a laboratorio e magazzino, mentre al primo piano ci sono tre appartamenti, sul retro un giardino. «L’edificio — spiega la figlia Silvia Gastaldi — era in vendita dal 2009. Solo lo scorso novembre è arrivata la richiesta d’acquisto da parte dell’associazione che è stata perfezionata a dicembre con l’unica clausola di lasciare a mia madre l’usufrutto dell’appartamento nel quale continuerà a vivere».

El Badere poi ha subito iniziato i lavori. Nei giorni scorsi è stato ripulito il laboratorio e disboscato il giardino. Sono state abbattute anche delle pareti al piano superiore. Appesa all’esterno dell’edificio c’è la notifica preliminare di cantieri con i permessi del Comune che qualificano i lavori come un intervento di «manutenzione straodinaria» della durata di sei mesi e un investimento di 80 mila euro. Ieri i responsabili dell’associazione non hanno voluto spiegare a cosa destineranno i nuovi spazi. Si ipotizza che negli appartamenti troverà sede la scuola islamica per i bambini e si parla di un laboratorio. I residenti della via però temono che il pian terreno diventi una nuova sala preghiera. Un’ipotesi che il sindaco, il leghista Juri Imeri rigetta con forza: «Ai nostri atti — spiega Imeri — risulta che sia stata presentata il 15 gennaio una pratica per manutenzione che prevede il rifacimento di pavimenti, vespai e intonaci interni. Non é stato chiesto alcun cambio d’uso, pertanto la destinazione attuale è artigianale a piano terra e residenziale sopra. È stata presentata una pratica come è nel diritto di ogni cittadino. Ma da qui a parlare di moschee ne passa: saremo particolarmente vigili e attenti al rispetto delle destinazioni d’uso previste». La questione diventa già politica perché Forza Italia annuncia un’interpellanza. «Il potenziamento della sede dell’associazione islamica — dice il capogruppo Gianluca Pignatelli — può portare problemi in una via a ridosso della stazione, già congestionata».

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