25 gennaio 2019 - 12:45

Tremaglia ci prova davvero
«Mi candido per tutta la coalizione»

Il consigliere di FdI: la Lega è forte ma il centrodestra non può prescindere dai voti di nessuno. No ai veti

di Simone Bianco

Tremaglia ci prova davvero «Mi candido per tutta la coalizione»
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Il gioco lo conduce la Lega, ma per ora le carte vengono tenute ben coperte. Nell’attesa, gli alleati provano ad accelerare. Forza Italia ha messo in campo Gianfranco Ceci come proprio candidato nella sfida a Giorgio Gori. Andrea Tremaglia è il nome ufficializzato da Fratelli d’Italia. «È una proposta vera, non è una candidatura che dura finché arrivano i nomi degli altri», dice l’unico consigliere comunale di FdI, 31 anni.

Daniela Santanché, Ignazio La Russa, i nomi di peso del suo partito si sono mossi per spingere questa candidatura. Fate sul serio?

«L’autorevolezza di chi l’ha proposta indica che non è una provocazione. Io mi propongo come candidato della coalizione, non di Fratelli d’Italia. Le reazioni all’annuncio mi hanno dimostrato che la mia età non è un ostacolo, così come mi pare chiaro che la gente non sia interessata all’etichetta di un partito piuttosto che di un altro».

La Lega però ha numeri ben più ampi e arriverà con un proprio nome. A quel punto cosa farete?

«Siccome non siamo in una situazione in cui vinceremo facilmente le elezioni, perché l’avversario è forte, credo che ci sia bisogno dell’apporto di tutti. Sicuramente sarà imprescindibile la Lega, che è il partito più grande, ma saranno imprescindibili i voti di Forza Italia, quelli dei civici e anche quelli di Fratelli d’Italia. Non credo che nessuno in questa fase possa permettersi di porre veti sui nomi di altri».

Forza Italia propone Ceci.

«In quel caso parliamo di una persona che ha una lunga esperienza amministrativa. In generale, penso che serva un candidato che possa rappresentare tutti. Le prime reazioni alla mia candidatura mi dicono che anche io posso essere un punto di congiunzione per le aspettative di tutti gli elettorati. Sono di destra ma moderato e su molte questioni sono vicino alla Lega».

Il messaggio è anche che la Lega ci sta mettendo troppo?

«Capisco bene che si tratta di una scelta delicata e in particolare per il partito che ha più responsabilità. Non giudico le procedure di scelta degli altri, dico solo che la cosa fondamentale è trovare una candidatura per vincere e governare la città».

Governare per far cosa? Su aeroporto, Città Alta, mobilità e altri temi ancora non c’è una riga di programma. Ce l’avete un’idea di città?

«Questo è il punto. Penso si debba partire dal lavoro fatto in consiglio comunale in questi anni. Io ce l’ho un’idea di città, le parole chiave sono sicurezza, famiglia, sostenibilità e innovazione. Vorrei uno sportello per le fragilità e una delega, se non un assessorato, per l’attuazione del programma e per gestire il rapporto non sempre semplice tra lato politico e lato amministrativo del Comune».

Il suo cognome può avere un peso, positivo o negativo, in questa partita?

«Il mio cognome non è né una fortuna né una sfortuna, è una responsabilità. La garanzia è che l’impegno sarà sempre al massimo, per non rovinare quello che significa».

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